Tutto a posto e niente in ordine nel Milan campione d’Italia. 1300 milioni di business a parte, l’operazione che sta portando il Milan da Elliott a RedBird è al momento un grande caos. Sono rimasti tutti al posto loro, ma Maldini e Massara che sono i costruttori, dal punto di vista tecnico, della squadra scudetto hanno le mani legate. Oltre la questione contratto rinnovato solo all’ultimo giorno prima della scadenza, sono i rapporti di forza interni, le strategie e il budget che non sono definiti. Anzi una questione aperta e pure velenosa. Maldini è in sintonia col nuovo proprietario americano Jerry Cardinale, ma di fatto la gestione e il potere decisionale sono ancora tutti in mano a Ivan Gazidis, con cui i rapporti sono ai invece minimi termini e il dissidio totale. Ne va di mezzo il mercato e la programmazione per la prossima stagione in cui il Milan dovrà difendere il titolo e cercare di fare una bella Champions League. Insomma è una questione di gelosia, il Milan in mano a Fratelli Coltelli…
Tutto a posto e niente in ordine. Vincere lo scudetto e fermarsi lì. Anzi tornare un po’ indietro. La paura, forse solo una sensazione sbagliata ma a oggi la fotografia è quest
Di Maria, Pogba e chissà chi altro (magari Zaniolo?): è una Juventus che si sta rivoluzionando. Pare su indicazione diretta di Allegri che si è scocciato di perdere e fare brutte figure per cui vuole un “instant team”, cioè una squadra capace di vincere subito e colmare nel più breve tempo possibile la differenza con Milan e Inter. Agnelli, Allegri, Arrivabene e Cherubini stanno rivoltando ancora una volta la Juve. Ma questa rivoluzione ha un senso, un progetto oppure è soltanto un saltare da un’occasione all’altra, un mettere insieme gli affari migliori che capitano, i parametri zero, per poi cercare di liberarsi di tutte le zavorre possibili e cercare ancora qualche altro colpo? In sintesi, è possibile rimediare in poco tempo a tutti gli errori di questi anni o nel tentativo di cambiare tutto si rischia addirittura di combinare altri guai?
Instant Team. Significa fare una squadra che non ha bisogno di una lunga gestazione e che nasce già pronta per vincere subito. La Juventus di oggi, quella di Di Maria e Pogba, nas
Damiano Tommasi sindaco di Verona. Così un calciatore con un grande spirito di servizio riesce a fare quello che la politica del centrosinistra per decenni non è riuscita a fare, togliere alla destra il ruolo guida di una grande e importante città italiana. Damiano è stato calciatore della Roma per dieci anni, è stato in Nazionale e giocato oltre 500 partite da professionista. E’ stato anche per nove anni presidente dell’Associazione Calciatori, dedicando soprattutto la sua attenzione ai calciatori non in vetrina e che nei campionati minori non vivono certo una vita glamour, da ricchi privilegiati. L’intera sua vita è stata dedicata agli altri, alle associazioni di volontariato, il suo pregio è saper ascoltare ed essere sempre pronto a dedicarsi agli ultimi e agli emarginati. In lui la gente vede un sincero messaggio di pace sociale. Insomma oggi Damiano Tommasi è il bello del calcio
Il bello del calcio, Damiano Tommasi sindaco di Verona. E’ sorprendente come un calciatore, con una lunga storia di impegno sociale alle spalle e con un’immagine non consueta,
L’affare Dybala tra la Juventus e l’Inter, dietro le quinte l’operato del famelico procuratore Jorge Antun, che dal business vuole ricavare 10 milioni di commissione. Il problema dei procuratori che tengono in ostaggio il calcio è ormai esploso a livello globale. Il presidente della Salernitana ha rotto col ds Sabatini per non pagare al procuratore di Coulibaly una commissione superiore all’aumento di ingaggio. Commisso si è scontrato con il procuratore di Vlahovic che per la mediazione ha preso dieci milioni dalla Juve, per Haaland al City sono stati pagati 30 milioni ai suoi procuratori. Gli agenti ormai sono un monopolio, gestiscono il calciomercato, fanno il doppio gioco nella stessa trattativa. Nel 2021 i club di Serie A hanno pagato 174 milioni di commissioni, con la Juve in testa. In arrivo dal prossimo anno un nuovo regolamento Fifa che dovrebbe limitare lo strapotere dei procuratori, che ormai si stanno arricchendo più di tutti e condizionano pesantemente il calciomercato. Ma risolverà davvero il problema?
Lukaku, Dybala, Pogba, Di Maria ma anche Coulibaly (Lassana, della Salernitana). Esiste ormai un caso conclamato “procuratori”. Lo è da anni, ma il problema si trascina avanti
La Serie A è pronta per cominciare la sua stagione più folle, via prima di Ferragosto, stop per il Mondiali senza l’Italia a novembre, poi a gennaio si riprende in un tour de force pazzesco. I calciatori, grandi campioni compresi, si fanno spremere per soldi: ai tempi di Maradona e Cantona non sarebbe stato possibile. Sarà una stagione che aprirà la strada a delle sorprese? Forse, ma più probabilmente vincerà chi riuscirà a organizzarsi con rose molto ampie e competitive. E dunque chi ha più soldi, insomma i soliti noti…
Non ho alcuna ansia o attesa spasmodica per il prossimo campionato di cui è stato già varato il calendario, tra le solite fanfare. Mi irrita un campionato che comincia prima di F
Fermi tutti questo è il momento di spararla grossa su Ronaldo. Se lo volete alla Roma oppure clamorosamente di ritorno alla Juventus (in un’operazione fotocopia di Lukaku dall’Inter al Chelsea e ritorno) sognatelo pure, perché è veramente tutto possibile. Ronaldo ormai dove va, anche se continua a fare gol, rompe con tutti gli allenatori che incontra. Al Manchester United è stato una “minestra riscaldata” come recita, azzeccandoci, il luogo comune. Il problema è che ormai Ronaldo è un asset aziendale troppo costoso, fuori tempo e fuori misura per qualsiasi club. E poi la prossima stagione sarà quella del suo quinto e ultimo Mondiale, in cui sparerà le ultime cartucce della sua gloriosa carriera. Però, a meno che non decida di continuare con un altro anno a nervi tesi nello United, il calciomercato dovrà trovargli anche una nuova squadra. E chi se lo prende, a 38 anni, uno così? Insomma, più che calcio, cinema…
Non c’è nulla di clamoroso nel probabile, possibile, quasi sicuro divorzio di Ronaldo dal Manchester United. E’ una storia finita già da tempo, e l’aspetto paradoss
Lukaku all’Inter e Pogba alla Juventus, il calcio italiano si sta specializzando nell’arte del riciclo. Affari straordinari, certo, ma il contraltare è anche un mercato che sta trasformando la Serie A in un cimitero di elefanti, si inseguono i vecchi campioni e i colpi a effetto. Ma la sostanza? La Serie A ormai investe poco e male sui giovani (Nazionale docet), lo fa unicamente per fare business, e non è in grado di competere con i grandi club internazionali. La misura della qualità del nostro calcio è data dalle vittorie internazionali e dal ranking, tutto il resto è fumo negli occhi. Insomma non tutto il calciomercato è oro che luccica, anzi…
Lukaku all’ Inter e Pogba alla Juventus. I grandi club italiani si stanno specializzando nel riciclo spettacolare, nei ritorni a sorpresa, nei colpi scena con i campioni in decli
Ben vengano gli schiaffi che l’Argentina di Messi, Lautaro, Di Maria (se la Juve lo prende fa davvero un affare) e Dybala ha rifilato all’Italia, nel match di gala a Wembley, nello stesso stadio dove un anno fa diventammo a sorpresa e meritatamente campioni d’Europa. Ma la realtà di oggi è che l’Italia è precipitata in basso e attraversa una crisi nera dopo la doppia consecutiva eliminazione dal Mondiale, per la quale nessuno ha pagato il conto. Solo tante chiacchiere e nessuna soluzione dei problemi che assillano il calcio azzurro. Donnarumma non fa più tanti miracoli, Chiellini all’addio, pure Bonucci sta preoccupantemente tramontando e in attacco nessuno fa più gol. Insomma un certo clima autocelebrativo, assolutamente fuoriluogo, ha fatto dimenticare all’Italia che qui c’è da ricominciare tutto da capo…
Ascolta “Bloooog! il Bar Sport di Fabrizio Bocca” su Spreaker. Martedì 14 giugno 2022 Germania-Italia 5-2, un altro tracollo. Non abbiamo proprio squadra Donnarumma Ca
Il Milan passa di nuovo di proprietà per 1,3 miliardi di euro: da Elliott a RedBird dell’italo americano Gerry Cardinale. E’ il terzo passaggio di proprietà da quando Berlusconi lo lasciò nel 2017. E stavolta passa da un “fondo” americano a un altro. Il club è ormai diventato fonte di speculazione massima, i nuovi proprietari richiamano molto il famoso “Gordon Gekko” di “Wall Street” il film di Oliver Stone del 1987. Elliott sulla vendita ha lucrato 4 volte la cifra iniziale investita e ora i nuovi proprietari spereranno di fare altrettanto. Forse per Maldini e Pioli non cambierà molto, ma ormai il calcio è solo un matrimonio esclusivamente d’interesse…
Ascolta “Milan, da Berlusconi a Gordon Gekko” su Spreaker. *** SOCIAL BLOOOOG! Ciao a tutti, invito caldamente ognuno a iscriversi ai canali social di Bloooog! e ai mie