Gianluca Vialli

A dolore si aggiunge altro dolore. Purtroppo anche Gianluca Vialli non c’è più, un tumore al pancreas se lo è portato via a Londra a soli 58 anni. E’ successo incredibilmente pochi giorni dopo i funerali a Roma di Sinisa Mihajlovic, stroncato da una leucemia a 53 anni. Di Vialli ci restano le immagini dei suoi gol, la straordinaria avventura scudetto con la Sampdoria di Vujadin Boskov, la simpatia e la spensieratezza dell’esperienza con la popolarissima Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini, la sua bellissima amicizia di una vita col compagno di squadra e ct azzurro Roberto Mancini. Una valanga di gol e una sintonia perfetta in campo e fuori, di loro due si ricorda soprattutto quel meraviglioso abbraccio dell’11 luglio 2021 a Wembley, quando l’Italia vinse l’Europeo con Mancini ct e Vialli capodelegazione azzurro. E’ terribile, Roberto Mancini ha visto morire nel giro di pochi giorni i migliori amici che abbia avuto nel calcio. Paolo Rossi, Bellugi, Garella, Mihajlovic, Vialli e troppi altri: resta sullo sfondo l’angoscia e la paura per quanto sta succedendo nel calcio: esiste un filo che unisce tutte queste morti premature? Cercare di sapere, una volta che il dolore sarà attenuato. Se mai sarà possibile…

Londra: oggi, venerdì 6 gennaio 2023, giorno della Befana. Quasi fosse uno scherzo, una beffa di quelle come sarebbero piaciute a lui, ma purtroppo non lo è. Stavolta l’addio è per Gianluca Vialli. Un lungo, straziante, ma anche tenero addio. E’ in questi momenti, quelli della sofferenza, che si scopre quanti ti vogliono bene. Appena venerdì 16 dicembre, era toccato a Sinisa Mihajlovic. Ed era già tanto, troppo, così. Ci sono alcune persone, alcuni nostri idoli con cui l’idea di una morte così prematura non l’associ proprio.

  “Dove sono andati tutti i fiori?” Ce li portano via tutti, sono i nostri ragazzi. Anzi, erano. Per Gianluca Vialli, morto in un ospedale di Londra tre settimane dopo Mijahilovic,  mi viene in mente una triste, bellissima canzone pacifista che Pete Seger scrisse nel ’56 e poi tantissimi cantarono, da Marlene Dietrich a Joan Baez. “Where Have All The Flowers Gone?”

Sarà assurdo, forse stupido, però non mento: io francamente un po’ il senso angosciante di queste tragiche storie di quelli che un tempo erano giovani ragazzi, che partono, vanno via come soldati e poi cadono tanti anni dopo, ma non troppi, lo sento. Cioè, io me lo chiedo se qualcuno di loro un tempo sia stato spedito su un fronte da cui poi è tornato indietro, ma con tali ferite dentro, di cui magari nemmeno si era accorto, che alla lunga lo hanno ucciso. Sinisa aveva 53 anni, Gianluca 58. Quando l’emozione e le lacrime per queste morti troppo giovani e troppo vicine l’una all’altra per essere sopportate così, saranno cessate, tutti avremo il dovere di cercare di capire se esiste un filo che unisca queste storie drammatiche. Perché la Sla e il cancro uccidono così spietatamente nel calcio?

  Non si può fare una classifica della tragicità della notizia. Bisogna ripetere quello ho detto in altre storie e in altri casi. Non è la popolarità di chi muore che fa la differenza, il problema è che noi Gianluca Vialli lo abbiamo visto tutti crescere, diventare una grande e intelligente star del football italiano ma non lo abbiamo visto invecchiare. Ed è qualcosa di cui di accorgi immediatamente, è quasi uno schiaffo. Per tutti gli altri purtroppo lo sappiamo, è una strage silenziosa. E’ proprio di questi giorni la terribile notizia che i casi di tumore in Italia sono in forte crescita: nel 2022 sono stati 390.700, 14.100 in più di due anni prima.

JOAN BAEZ: WHERE HAVE ALL THE FLOWERS GONE?

 

  Adesso però abbiamo davanti gli occhi le immagini del giovane Vialli, le sue immagini di grande e brillante uomo gol, di superbo contropiedista in tandem con Mancini, il suo gemello, ma poi ci mancano le sue immagini da vecchio uomo di calcio che avrebbe potuto dispensarci saggezza e battute. Sotto questo punto di vista ci sapeva davvero fare, Gianluca era un aristocratico del pallone. Gianluca ci lascia qui a vivere di ricordi, a raccontare la sua incredibile Sampdoria, la meravigliosa e incredibile banda Boskov, la sua avventura con la spensierata, simpaticissima e mai dimenticata Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini, le sue vittorie con la Juventus nell’età della maturità, la sua storia di grande amicizia con Roberto Mancini. Che ha visto morire due fraterni compagni come Sinisa Mihajlovic prima e Gianluca Vialli subito dopo. L’abbraccio a Wembley tra Mancini e Vialli – lui già malato di cancro al pancreas e impegnato a scacciare l’angoscia della malattia col suo incarico da capobanda azzurro –  rimane lì a testimonianza di un’amicizia che è la più bella eredità che resta. E che anzi la malattia di uno dei due ha reso ancora più stretta, forte, inossidabile. Come quella di Mihajlovic anche quella di Vialli è una bellissima storia, piena di sentimenti buoni, il problema è il finale. Che non riusciamo mai a cambiare.

L’ABBRACCIO DI VIALLI E MANCINI A WEMBLEY PER LA VITTORIA DELL’ITALIA AGLI EUROPEIAbbraccio Vialli Mancini agli Europei a Wembley

  Ce lo aspettavamo, quella di Vialli dopo quella di Mihajlovic, è una di quelle storie che tutti sperano si compiano il più in là possibile, ogni giorno che passa è una conquista. Ma è anche una vita sul filo, che Vialli, come Mihajlovic prima di lui, ha percorso senza nascondere nulla, il più possibile pubblicamente.  Lo aveva scritto anche in un libro: “98 storie + 1”. La 99esima è la sua e racconta ovviamente la battaglia con il cancro. Lo so, la retorica del guerriero può far arrabbiare, forse è addirittura inaccettabile, ma come può morire così un campione sportivo? Uno che non solo è già dotato di un fisico spesso eccezionale ma addirittura che di mestiere mantiene perfettamente il proprio corpo.  L’accettare la propria condizione, condividerla con gli altri è comunque un contributo importante che può sostenere chi si sente desolatamente solo contro la malattia.

  Di Vialli ci restano le immagini di ragazzino che partendo da Cremona scala il grande calcio fino alla Champions League con la Juve, la sua mentalità internazionale per l’essere approdato al Chelsea quando non capitava così spesso, è stato un pioniere del calcio internazionale in questo senso, ci restano le immagini dei suoi 275 gol tra club e Nazionale. Vialli veniva da un’altra epoca, la sua Sampdoria fu l’ultima squadra di provincia a vincere lo scudetto (1991).

  Paolo Rossi, Bellugi, Garella, Mihajlovic, Vialli. E sono solo alcuni, magari solo i più famosi. In uno spazio troppo breve di tempo abbiamo perso prematuramente tanti nostri campioni. Sappiamo chi o cosa ce li porta via, non sappiamo perché, anche se vogliamo pensare che sia solo una coincidenza o un caso. Ma se non fosse così? Se ci fosse una spiegazione nei sistemi di vita, di allenamento, se al corpo di questi giocatori venisse semplicemente chiesto troppo? Queste storie un giorno potrebbero riscrivere il calcio e magari cambiarlo profondamente.

  Quella di Gianluca è una straordinaria storia di calcio, amore, amicizia e malattia. Cinque anni tra alti e bassi, tra speranze e disperazione, tra Italia e Inghilterra, la sua casa di adozione. Quando se ne è andato pochi giorni fa Sinisa Mihajlovic, nessuno ha fatto il nome di Gianluca Vialli. Tutti avevamo scacciato il pensiero.

***

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SINTESI

 

A dolore si aggiunge altro dolore. Purtroppo anche Gianluca Vialli non c’è più, un tumore al pancreas se lo è portato via a Londra a soli 58 anni. E’ successo incredibilmente pochi giorni dopo i funerali a Roma di Sinisa Mihajlovic, stroncato da una leucemia a 53 anni. Di Vialli ci restano le immagini dei suoi gol, la straordinaria avventura scudetto con la Sampdoria di Vujadin Boskov, la simpatia e la spensieratezza dell’esperienza con la popolarissima Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini, la sua bellissima amicizia di una vita col compagno di squadra e ct azzurro Roberto Mancini. Una valanga di gol e una sintonia perfetta in campo e fuori, di loro due si ricorda soprattutto quel meraviglioso abbraccio dell’11 luglio 2021 a Wembley, quando l’Italia vinse l’Europeo con Mancini ct e Vialli capodelegazione azzurro. E’ terribile, Roberto Mancini ha visto morire nel giro di pochi giorni i migliori amici che abbia avuto nel calcio. Paolo Rossi, Bellugi, Garella, Mihajlovic, Vialli e troppi altri: resta sullo sfondo l’angoscia e la paura per quanto sta succedendo nel calcio: esiste un filo che unisce tutte queste morti premature? Cercare di sapere, una volta che il dolore sarà attenuato. Se mai sarà possibile…

Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.

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Il soldato Ryanair

Tristemente buondì,
Purtroppo è accaduto ciò che dopo l’ultimo garbato comunicato di Vialli, un vero e proprio gentile ringraziamento e saluto di addio al mondo, i più vicini sapevano e i più lontani ipotizzavano e temevano.
Aldilà delle celebrazioni, oggettive, giuste e dovute all’atleta ed al campione che accomunano i tifosi di tutte le squadre, vorrei spendere due parole di sincera ammirazione per l’uomo che ha affrontato una così spaventosa malattia con coraggio, dignità e coerenza con la propria personalità, restando attivo e propositivo fino all’ultimo istante all’interno del mondo a cui tanto ha dato e dal quale ha ricevuto quello che gli ha permesso di andarsene almeno senza il fardello delle preoccupazioni sul futuro dei suoi cari che schiacciano altri che si trovano nelle sue condizioni ma senza mezzi economici.
In questi casi e con questi campioni (Mihajlovic ovviamente incluso), essendo così esposti alla notorietà pubblica, si parla sempre di “esempio” che riescono a dare.
Nel caso di Vialli credo si é toccato il culmine dell’insegnamento: ha vissuto questo tremendo accadimento con rarissimo equilibrio, compostezza, senso del dovere verso sé e verso gli altri, e non rinunciando mai a quel sorriso furbo e a volte beffardo che non lo ha mai abbandonato, presentandosi al passo d’addio ancora fiero, elegante e vincente.
Auguro a tutti e a me stesso, se dovesse succedere, di mantenere la sua stessa forza, suscitando ad ogni pensiero futuro di chi resta un’emozione ed un sorriso.

astainvista

Le comiche finali.

Dopo un minuto di gioco Murro difende benissimo su Anguissa, vince il contrasto, ma mentre controlla la palla che docilmente sta per finire tra le braccia del portiere Audero, sulla corsa finisce sulle gambe del senegalese finito a terra. Ovviamente è tutto regolarissimo, ma il Var impone all’arbitro di fischiare il rigore.

Alla fine del primo tempo Rincon stende Osimhen involatosi sulla destra verso l’area di rigore, in mezzo all’area ci sono due giocatori sampdoriani, l’arbitro concede giustamente la punizione e dà il giallo al venezuelano, il Var impone il rosso.

La partita rimane sul risultato di 0-1, non si può mai sapere. Quindi, quando Elmas in area e da 10 cm spara la palla sul braccio di un sampdoriano, l’arbitro lascia giustamente correre, ma il Var impone di fischiare il ridicolo rigore che (finalmente, ma che lavoro c’è voluto!) chiude l’incontro.

Non c’è fine al ridiclo, questo non è più calcio, ma un patetico videogioco.

Modifica il 1 anno fa da astainvista
come si stava bene quando c'era lui

Nonostante il tentivo di oscurare i suoi straordinari anni juventini, le testimonianze abbondano. E arrivano anche da lontano. Ciao Luca, quanto ti abbiamo voluto bene.💕

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come si stava bene quando c'era lui

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come si stava bene quando c'era lui

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come si stava bene quando c'era lui

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Gbp

Ko

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time present and time past (a.k.a. scusameri)

Per tutti gli Juventini di una certa età Vialli occupa un posto speciale nel cuore e nei ricordi: un vero, grande capitano (mette tristezza il confronto con altri), associato indelebilmente a quando la Juve salì sul tetto del mondo.

Ma le sue qualità umane erano evidenti ed universali ed è per questo che, al di là delle invidie che inevitabilmente si attirano durante una carriera di enorme successo, era sostanzialmente benvoluto e ammirato da tutti, in Italia come nella sua seconda patria, l’Inghilterra. Questo spiega il grande spazio dedicato alla notizia che ha lasciato perplessi alcuni amici del blog.

La sua non-banalità spiccava in un ambiente pieno di banalità. Segnalo in particolare il modo in cui parlava della propria malattia e il suo rifiuto del cliché della “battaglia”. L’ho amato molto anche per questo. Un tema importante menzionato nel bel tributo a Vialli sull’Ultimo Uomo, che consiglio a tutti:

https://www.ultimouomo.com/gianluca-vialli-andato-messaggio-perche-importante-malattia-morte/

Rosario Frattini qui sotto si augura giustamente più ragionamento da parte degli Italiani: Vialli era proprio un esempio degli Italiani che ragionano.

Modifica il 1 anno fa da time present and time past (a.k.a. scusameri)
MJ23 - JAN PALACH VIVE - OIOIOIOIOIOI... LUCA VIALLI SEGNA PER NOI

Io ero un bambino/ragazzino e ricordo il suo passaggio alla Juve, nel 1992. All’epoca dominava il Milan di Capello ed io aspettavo con entusiasmo ed impazienza il suo arrivo a Torino, convinto che con lui, Baggio ed Andy Moller avremmo potuto contrastare i rossoneri.

I primi due anni non furono facili, il Trap era l’allenatore e Baggio dominava la squadra. Vincemmo una Coppa Uefa nel 1993 con Roberto che fu l’assoluto protagonista, mentre Gianluca, dal quale ci aspettavamo grandi cose, rimase quasi in penombra. Ricordo le polemiche feroci in seguito ad un match nel quale venne schierato a centrocampo.

La svolta ci fu con l’arrivo di Moggi-Giraudo-Bettega e Marcello Lippi in panchina. Da lì in poi il ruolo e l’importanza di Gianluca cambiarono all’interno della squadra. L’ascesa all’interno dello spogliatoio fu irresistibile, e lui divenne l’autentico trascinatore, leader indiscusso di un gruppo che pure faceva registrare tra le sue fila gente di enorme carattere come Ferrara, Deschamps, Conte, Di Livo, Kohler, un giovanissimo Del Piero, Paulo Sousa ecc.

Si potrebbe obiettare che l’ascesa di Gianluca venne favorita dall’infortunio di Baggio nel 1994, che costrinse il Divin Codino fuori per quasi tutta la stagione. Io non credo, quella era una Juve nuova, che voleva vincere e nella quale c’era competizione. Emersero prepotentemente Gianluca, Ravanelli, Alex Del Piero sostituì Roberto Baggio ecc.

Ed è proprio questa la differenza sostanziale tra Gianluca Vialli e Roberto Baggio, che in tanti commenti vedo essere menzionato come uno dei più grandi giocatori italiani.
Niente di più sbagliato, a mio avviso. Baggio è stato sì talentuosissimo, ma era un solista, un solitario, non faceva gruppo, non aveva la capacità di unire, di cementare. Non l’ho mai considerato un giocatore veramente compiuto.
Al contrario invece di Gianluca che aveva i coglioni quadrati.
Ricordo dopo un derby nel quale fummo sconfitti, si presentò dinanzi ai microfoni di Franco Costa alla Domenica Sportiva dichiarando che la Juve lo scudetto, dopo 9 anni, lo avrebbe vinto. E così fu.

time present and time past (a.k.a. scusameri)

Tutto giustissimo. Sul ricordo finale, lui era proprio così, sicuro di sé fino ad una “elegante spacconeria”. Avrai probabilmente visto il famoso video backstage che girò prima di un Juve – Real Madrid in cui a un certo punto dice: “Torino ha affascinato tutti, anche tutti gli sportivi madridisti, che sono giunti appositamente dalla capitale ispanica per assistere alle grandi mazzate che la juventus stasera consegnerà sulla schiena dei giocatori spagnoli.“. 🙂

MJ23 - JAN PALACH VIVE - OIOIOIOIOIOI... LUCA VIALLI SEGNA PER NOI

Certo che l’ho visto. Ma lui aveva proprio la passione per la televisione. Ben prima di Sky, all’inizio degli anni ’90 conduceva un programma ”Settimana gol”, dedicato ai campionati esteri. Allora era giovanissimo e nel mentre faceva il calciatore faceva anche il conduttore televisivo. E’ sempre stato fuori dagli schemi, ma in maniera spontanea, genuina.

Luc 68

Scrivo qualcosa che vale per tutti quelli che vanno via troppo presto. Me lo recapitò un amico dopo la morte di mia madre.
“Quando qualcuno nasce piange e tutti intorno a lui sorridono.
Quando muore tutti intorno piangono e lui … sorride”

Rosario Frattini

La dolorosa morte di Vialli , dopo quella di Mihailovic, sembra che voglia suscitare un altro di quei momenti di commozione collettiva che piacciono tanto a noi italiani e alla nostra classe dirigente. 
Ci commuoviamo certo, siamo così buoni noi italiani. 
Però rimaniamo inerti e silenziosi davanti ai continui tagli alla sanità, accettiamo con rassegnazione di poter fare un esame clinico dopo mesi dalla prescrizione, magari in un centro a decine di km dalla nostra residenza, se on abbiamo i soldi per farlo privatamente dove ci viene concesso in 48 ore. 
Abbiamo accettato che le nostre città divenissero trappole piene di smog e le nostre campagne discariche di rifiuti abusivi se non tossici, sopportiamo che ogni minima pioggia abbia il corollario “inevitabile” di allagamenti , smottamenti, bombe di fango, che la pratica sportiva per i nostri figli possa essere solo a pagamento e accettando lo scotto dell’ inserimento in un sistema che ne esalta L’ aggressività e la competitività togliendo loro il gusto ludico del gioco per il gioco. Ma siamo buoni e ci commuoviamo per la morte di personaggi amati . Ah se in questo Paese ci commuovessimo di meno e magari ci incazzassimo e ragionassimo di più.

convenevole da prato al secolo Nicola Romano

Io invece nel mio piccolo ragiono e mi rode il c… , intanto Giorgia (sono una donna e forse anche una santa ) i miei coetanei ricorderanno l’immortale brano di Rosanna Fratello , pare continui ad aumentare nei sondaggi .

Luc 68

A Rosà d’accordo su tutto ma si dovrebbe aprire un altro capitolo e, come direbbe la mia insegnante di lettere:”… sei andato fuori tema…”. Scusa per l’osservazione

Ueppa

“… di non andare fuori tema e seguire lo schema oppure andare a letto senza cena – di non creare un problema che non ne vale la pena – di essere grato di essere nato nel lato del mondo che in fondo in fondo è …perfetto…”

Luc 68

Bel rap ma un tantino …. come dire … banale?

Ueppa

Beh J-Ax non è certo Eminem, questo è certo.

Mordechai

Mi hai tolto le parole…dalla tastiera.

il ghiro

A Gianluca Vialli, grande calciatore, ma ancor più grande persona, il mio pensiero più affettuoso. Una nobile anima, che con il proprio esempio ha insegnato tanto a ciascuno di noi. R.I.P.

Modifica il 1 anno fa da il ghiro
luottardi

Purtroppo per chi convive col tumore queste vacanze sono state una mazzata tremenda. Quando è morto Sinisa ho subito pensato a come potesse essere un colpo per Vialli, a quanto più solo si deve essere sentito.

Però prima di avventurarsi in dietrologie spiccie
ricorderei banalmente che il fumo accomunava Rossi Vialli e Mihajlovic

Modifica il 1 anno fa da luottardi
R.T.

Altrettanto banalmente ti faccio presente che non fumo, ho uno stile di vita che definirei abbastanza salutista eppure problemi al pancreas li ho dall’estate 2012, con costanti controlli dell’amilasi. Senza polemica mi sembra sei riuscito proprio a fare quella che definisci dietrologia spiccia.
Poi che il fumo non faccia bene son d’accordo con te.

luottardi

Per nulla, ho perso un caro amico non fumatore per un tumore al polmone e io stesso non fumatore ho una forma rara di linfoma, quindi non ti permetto di dedurre da quanto scritto cose che non ci sono.
Ho semplicemente sottolineato l’ovvio nei casi di Rossi, Mihalovic e Vialli, cioe’ il fumo come la causa piu’ probabile.
Scusa ma con la probabilita’ e la matematica ci lavoro, quindi trovo un esercizio dannoso in questi casi andare a cercare un’improbabile altra causa e non citare l’ovvio rischio del fumo. Significa dare un facile alibi ai fumatori.

Poi ben vengano indagini sugli aiuti chimici nel calcio e i loro effetti ma se non si cita il fumo in questi casi si fa un cattivo servizio.

E ovviamente non bisogna mai dimenticare che spesso la causa di un tumore e’ difficile se non impossibile da trovare. A volte si riesce a ricondurla a sostanze chimiche come quelle nelle sigarette a volte a fattori genetici. Ma spesso e’ il semplice stare al sole e/o il semplice processo di divisione cellulare a causare sfortunate rare mutazioni che causano il tumore.

Modifica il 1 anno fa da luottardi
R.T.

Visto che non posso ” permettermi di dedurre”,
posso perlomeno darti un consiglio ( non richiesto)? Sarai un drago in probabilità e matematica , ma l’italiano mi sembra sia abbastanza ostico per te, quindi cerca di migliorare la sintassi, in quanto i pur validi , e talvolta condivisibili, concetti che esponi sono vanificati dalla forma usata per descriverli.
Non andrò avanti con questa querelle fra noi due, che interessa niente agli altri fruitori del Bloooog.
Saluti

luottardi

Quando non si riesce a controbattere sui concetti si ripiega su presunti (e ovviamente non indicati) errori di sintassi, atto debolissimo, per discussioni tenute in punta di dita su minischermo di telefonino fra una fermata e l’altra…come il pensiero che c’e’ dietro…ma meglio concluderla qui…lei ha voluto essere inutilmente polemico pur falsamente dichiarando di non voler esserlo, non mi lascero’ tirare piu’ in la’…buon anno e sinceramente tanta salute

Modifica il 1 anno fa da luottardi
luottardi

Per nulla, ho perso un caro amic
o che non era mai stato fumatore per un tumore al polmone, e io stesso ho una rara forma di linfoma, quindi non ti permetto di dedurre da quello che ho scritto cose che non ci sono. Scusa ma con la probabilità e la matematica ci lavoro, ho detto semplicemente che è più probabile sia stato il fumo in quei casi, probabile. Mi sembra un messaggio importante da fare invece che cercare improbabili altre cause e dare un alibi ai fumatori.
Poi ben vengano studi sugli effetti degli aiuti chimici nello sport, ma in questi casi la causa più probabile è il fumo, senza scordarsi che spesso non si può trovare la causa di un tumore, genetica, il semplice essere esposto al sole e radiazioni di background ma anche sfortunate rare mutazioni casuali…

Er Mobilia

Un uomo prima ancora che un campione.

Muore giovane colui che gli dei amano.

R.I.P.

Claudio Mastino 62

Purtroppo è accaduto quello che tutti noi non avremmo mai voluto
sentire ma che ormai ci stavamo aspettando, è passato a miglior vita Gianluca Vialli, a soli 58 anni,
stroncato da un tumore al pancreas ; la speranza è sempre l’ultima a morire, Gianluca si era sempre fatto voler bene da tutti
ma per questo tipo di tumore che
lo aveva colpito all’età di 53 anni è praticamente quasi impossibile sopravvivere, è solo una questione di tempo. Vialli è stato un grandissimo attaccante , uno dei migliori tra gli anni ottanta e novanta, era potente, dotato di una
grande resistenza e di un’ottima tecnica, è stato anche un buon finalizzatore; quando si mettevano a palleggiare lui, Roberto Mancini e
gli altri compagni di squadra durante gli allenamenti, alla fine rimanevano solo loro due perché non facevano mai cadere la palla per terra. Ma Gianluca non è stato solo un ottimo calciatore, è stato anche una gran brava persona, è nato da una famiglia della Cremona
bene, il padre suppongo fosse miliardario e lui non ha mai fatto pesare questo, è sempre stato gentile, cordiale e veramente alla mano con tutti, uno dei
pochi calciatori di buon livello culturale ; si notava nelle interviste
la sua ottima padronanza della lingua italiana, cosa piuttosto rara
tra i calciatori.

Modifica il 1 anno fa da claudio.mastino62
EroAdAtene

Al di la del campione, una meravigliosa persona. Anche nel momento più duro, ha dimostrato che teneva più a rincuorare gli altri che se stesso. Ci mancherà nel mondo del Calcio e non solo. Buon viaggio.

Nicola Romano

Mi unisco a tutti gli altri per l’ ultimo saluto al grande Gianluca, vorrei ricordare anche Ernesto Castano, giocatore dei miei primi anni da tifoso, possa la terra essere lieve per entrambi .

C'era una volta il calcio

I ns. ragazzi proprio così, i ns. cari ragazzi, Vialli e tanti altri giocatori di quel periodo che ci hanno fatto gioire e amare questo sport, un calcio ormai lontano.
Ciao guerriero

OCKHAM

Condivido la commozione per la perdita (non inaspettata dato il tipo di tumore) di un giocatore che mi è stato caro e di una persona simpatica e perbene. Credo però sia giusto anche ricordare che, poco prima di lui, se n’è andato per un attacco di leucemia acuta, a soli 62 anni, Gian Pietro Ventrone, il preparatore atletico della Juventus, noto per i suoi metodi da “marine”, quando ci giocava Vialli. L’ipertrofica muscolatura mostrata nel giro di breve tempo dal giocatore suscitò all’epoca le ironiche critiche di Zeman e anche una forte perplessità da parte mia. Fatto sta che da allora Vialli andò perdendo l’agilità e lo scatto sul breve, doti peculiari che prima lo contraddistinguevano, rendendolo sgusciante e difficilmente marcabile in area.

Modifica il 1 anno fa da OCKHAM
OCKHAM

Non sono ipocrita e non scrivo pensando di compiacere chi mi legge e tenendo conto dei presumibili orientamenti della maggioranza degli utenti. Espongo dei fatti, lasciando ad ognuno di trarne le illazioni che ritiene, e le mie personali opinioni, ovviamente criticabili.
Quando non approvo un sistema, come l’attuale baraccone calcio, non lo favorisco rendendomi complice, come certi giornalisti o chi va allo stadio o si abbona a Dazn, ma cerco di contrastarlo per quanto è nelle mie possibilità.
Ho sempre avversato chi, nello sport come nella vita, usa mezzi fraudolenti e poco leali, soprattutto coadiuvanti chimici, per avere più possibilità di emergere o di vincere, anche se si tratta di una squadra o di un atleta per cui tifavo.
Il mio ricostituente, quando giocavo, è stato unicamente il Vov domestico (ai miei tempi con le uova fresche delle galline del pollaio che avevamo in cortile, messe in un bottiglione a macerare con i loro gusci – per l’apporto di calcio – e con l’aggiunta di marsala, vaniglia e succo di limone).
A mio figlio, quando da giovane frequentava una palestra, furono consigliati degli “innocui” integratori, che lui assunse inconsapevole del loro reale contenuto, probabilmente anche con ormoni, e chi gli procurarono una forma di ginecomastia, per la quale si fece anche operare. Detesto i preparatori o i medici delle società sportive che chiudono un occhio o addirittura incoraggiano l’utilizzo di sostanze nocive per migliorare le prestazioni.

OCKHAM

– Il Processo. Il 31 maggio 2007 sono state pubblicate le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione, emessa il 29 marzo, relativa al processo di Torino nel quale l’ex-Amministratore Delegato della Juventus Giraudo ed il medico Agricola erano stati accusati di somministrazione di doping ed abuso di farmaci.
La Cassazione ha confermato l’assoluzione degli imputati, già sentenziata dalla Corte di Appello, dall’accusa legata a doping, ovvero la presunta somministrazione ai calciatori di eritropoietina.
Per quanto invece riguarda la questione dell’abuso di farmaci la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile la motivazione dell’assoluzione della Corte di Appello, secondo la quale “l’abuso di farmaci non era punito dalla legge all’epoca dei fatti”. Secondo la Corte di Cassazione infatti:“chi somministra ai partecipanti alla competizione, sostanze atte ad alterarne le prestazioni, e che fraudolentemente mira a menomare o ad esaltare le capacità atletiche del giocatore, pone in essere una condotta che consiste in un espediente occulto per far risultare una prestazione diversa da quella reale, in un artifizio capace di alterare il genuino svolgimento della competizione, con palese violazione dei principi di lealtà e di correttezza: per l’effetto, gli atti posti in essere sono agevolmente riconducibili alla nozione di atti fraudolenti di cui alla normativa in esame”(legge sulla frode sportiva).
La Corte ha quindi ritenuto che la somministrazione eccessiva di farmaci possa configurarsi come reato di frode sportiva e ha quindi annullato la sentenza di assoluzione della Corte di Appello
In base a detta sentenza ci sarebbe stata quindi la necessità di svolgere un nuovo processo, che però non si fece perché nel frattempo era sopraggiunta la prescrizione del reato.

– Questa la deposizione testimoniale resa nel 2004 da Zinedine Zidane: “La creatina l’ho presa soltanto alla Juventus. Mai prima, in Francia, e mai dopo, al Real Madrid. Ne prendevo due o tre grammi durante la settimana, quando c’erano molti impegni. E anche durante l’intervallo, tra un tempo e l’altro della partita. Chi ci dava le bustine? A volte il dottor Agricola, a volte il dottor Tencone. Le flebo? Sì, le facevo alla vigilia del match nella camera d’albergo. Flebo di vitamine, così almeno mi dicevano i medici. Il Samyr? Sì, l’ho assunto spesso, prima e dopo la gara. Che cos’è? Vitamine, così almeno mi dicevano i medici. L’esafosfina? Sì, l’ho assunta. Il Neoton? Non ricordo bene, ma se nel ’98 ho dichiarato di averlo preso, è sicuramente così. Iniezioni per endovena? Sì, le ho fatte, anche un’ora prima della partita. Chi stabiliva se e quando fare la flebo o l’iniezione? Il medico. Del resto, senza vitamine è impensabile giocare 70 partite all’anno”.

– Ricordo bene che anche a del Piero si gonfiarono i muscoli, come a Vialli, e che, di conseguenza, il giocatore si appesantì perdendo agilità e velocità, per cui le mie perplessità sui metodi di preparazione, basati principalmente sul lavoro in palestra e l’utilizzo dei pesi (come ebbero a dichiarare nel tempo, in più di una occasione, alcuni giocatori) aumentarono..

Modifica il 1 anno fa da OCKHAM
OCKHAM

Dalla sentenza della Cassazione (processo con imputati Girudo ed Agricola con riferimento al periodo 1994-1998):
Il perito ha formulato conclusioni di tenore diverso per la creatina, di cui si è interessato essenzialmente in relazione all’attitudine di tale sostanza a provocare l’aumento del peso corporeo del fruitore, in sintonia, del resto, con il contenuto dello specifico quesito posto dal giudice“.

Modifica il 1 anno fa da OCKHAM
tom

Guarda che la muscolatura di Vialli crebbe in epoca Trapattoniana, cioè prima di Ventrone. E poi basta con questa storia. Se ti alleni in palestra e assumi proteine e aminoacidi, e sei abituato a fare una vita da atleta e a mangiare bene, i muscoli crescono senza bisogno di ormoni o altre schifezze. Certo, non gareggerai a mr. olimpia o a una qualsiasi gara di culturismo (e Vialli non era a quei livelli) ma il fisicaccio viene fuori, eccome.
Non potete farne a meno, vero?

OCKHAM

Sono stato un tifoso juventino (ora deluso) e ho riportato dei fatti e quelle che erano state le mie impressioni a quell’epoca.

tom

No, hai riportato dei fatti in modo errato, vedendo dei collegamenti dove non ci sono (crescita muscolare di Vialli —> Ventrone preparatore atletico).

OCKHAM

Zeman prima di fare l’allenatore era preparatore atletico, laureato all’ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport con il massimo dei voti. È stato insegnante di educazione fisica presso l’Istuto Gonzaga di Palermo.Se sei interessato vai a leggerti bene, bene i fascicoli dei processi.
I muscoli misteriosi di Del Piero e Vialli
ROMA – Una settimana fa ha parlato di doping nel calcio, ieri ha fatto i nomi. Zdenek Zeman non si ferma nel denunciare il fenomeno. Il Tour con i suoi arresti ha dato all’ allenatore della Roma la possibilità di toccare l’ argomento e ora le sue accuse sono ben più pesanti. Doping, farmaci presi per aumentare le masse muscolari, per elevare i carichi di lavoro, gioco sporco e pericoloso pur di avere calciatori sempre al massimo dodici mesi l’ anno. Zeman questa volta punta l’ indice contro una squadra che non ha mai amato, la Juventus, e sfiora anche l’ immagine del suo giocatore più rappresentativo. “Sono sbalordito da certe esplosioni muscolari – ha raccontato il tecnico in un’intervista rilasciata all’ Espresso – a cominciare da Gianluca Vialli per arrivare poi ad Alessandro Del Piero. Pensavo che certi risultati si potessero ottenere soltanto con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro specifico”. Provoca Zeman, confronta le immagini dei giocatori a distanza di pochi anni, chiede spiegazioni di come alcuni possano essersi gonfiati così tanto e così in fretta, istiga il dubbio ed è peggio che se avesse buttato su un tavolo le prove.

da Archivio > la Repubblica.it > 1998 > 08 > 07 >

Modifica il 1 anno fa da OCKHAM
tom

Guarda che io li ho letti in tempo reale, perché all’epoca seguivo i fatti. E lo stralcio da te postato non aggiunge e non toglie nulla a quanto detto.

mario rossi

La “ipertrofica muscolatura” con ventrone non c entra nulla.
È sufficiente confrontare le fotografie di vialli nella finale di wembley, mesi prima del suo arrivo a Torino, con quelle del 1989 o del 1990.

Modifica il 1 anno fa da mario rossi
OCKHAM

“Ha rivoluzionato i metodi della preparazione atletica, costruendo – perché le costruiva lui – squadre che facevano dei muscoli e della fisicità la loro forza, la loro cifra stilistica, la loro password per la gloria. Se n’è andato Gian Piero Ventrone. Leucemia, aveva solo 62 anni. Era ricoverato da martedì al Fatebenefratelli di Napoli, la sua città. Vetrone è stato sulla breccia per trent’anni. Ultima squadra il Tottenham del suo amico Antonio Conte. I due si erano conosciuti a metà anni 90, ai tempi della Juve. Per anni Ventrone è stato l’uomo di fiducia di Marcello Lippi, che l’aveva avuto come collaboratore per un anno a Napoli. Arrivò alla Juve portando con sé 43 computer e un data-base che nessun altro collega aveva a disposizione. Con Lippi ha vissuto i due periodi in bianconero, il primo dal 1994 al 1999 e il secondo dal 2001 al 2004, mettendo in bacheca scudetti, coppe varie e la Champions del 1996 che – insieme alla preparazione al Mondiale del 2006 vinto dalla Nazionale dell’amico CT Lippi – costituisce il punto più alto nella carriera di questo professore che si era guadagnato l’appellativo di “Marine”. Perché i metodi erano quelli, da caserma militare. Di recente ha circolato nel web una foto di Son – il coreano del Tottenham – che dopo un allenamento crolla (letteralmente) a terra e collassa, ed un’altra di Kane che si accascia e comincia a vomitare. La fatica come traguardo massimo, il lavoro martellante come unica via per dare un senso agli allenamenti. 

I suoi ex giocatori in queste ore raccontano di quanto Ventrone sia stato fondamentale per la loro crescita, ma all’epoca lo maledivano per quanto li spremeva. Si era inventato la “Campana della vergogna”: quando un giocatore non ce la faceva più si allontanava dal gruppo e – a testa china – andava a dare due colpi alla campanella, esponendosi al pubblico ludibrio. Roba da “Full Metal Jacket” applicato al calcio. In palestra (nei primi tempi alla Juve faceva sedute giornaliere di 3-4 ore) metteva la musica a palla, e fu uno dei primi. Era figlio di un maresciallo dei carabinieri, era stato lui stesso bersagliere nei lagunari, metteva la disciplina davanti a tutto. Stimato per le sue idee, ma non molto amato dai colleghi, cui non piacevano quei metodi così esasperati e quella ricerca a tutti i costi nel voler trasformare i calciatori in gladiatori. Resta un fatto: le squadre allenate da Ventrone correvano più di tutti. E sembravano non stancarsi mai. Alla Juve nella seconda metà degli anni 90 Lippi gestiva le situazioni tattiche e – dall’alto della sua personalità – manteneva alto il livello di motivazione di ciascun giocatore, ma era Ventrone a far correre la squadra, trasformando il pressing in un credo esistenziale. “Chi sopravvive ai suoi metodi di lavoro ha qualcosa di speciale”, dicevano gli juventini degli anni d’oro.

(https://www.calciomercato.com/news/addio-al-marine-ventrone-alla-juve-porto-il-calcio-in-palestra-c-80518)

Vorrei sapere se c’è chi si ricorda di avere visto mai i giocatori della Juventus correre più di tutti 😉 😉 😉

Modifica il 1 anno fa da OCKHAM
OCKHAM

Ho riportato dei fatti e le mie impressioni a quell’epoca.

Mordechai

Perché credi/ipotizzi che ciò possa aver favorito la patologia oncologica al pancreas o, sic et simpliciter, per mettere carne al fuoco? Non capisco, davvero.

OCKHAM

Riguardo alla tua prima domanda la risposta è: non lo so (nessuno lo sa). Sull’ipotesi di “voler mettere carne al fuoco”: non ho espresso dubbi né ho ipotizzato un collegamento tra le due morti e neppure l’esistenza di un nesso causale tra “la somministrazione di numerosi medicinali al di fuori di dimostrate esigenze terapeutiche” (vedi sentenza Cassazione) e il tumore.al pancreas. Ho ricordato semplicemente una coincidenza e riferito solo fatti, che nessuno ha contestato. Sul vistoso potenziamento muscolare dei due atleti citati non credo che la mia memoria nel riferire le impressioni provate allora mi abbia tradito.

Mordechai

Vabbè.

Expo

RIP Gran Capitano!
Simbolo di una generazione di calciatori del post-Mondiale 1982.
Accettó di andare alla Juve in un momento di ricostruzione, dopo una prima fase cosí cosí con Trapattoni, diventa trascinatore della Juve di Lippi, con cui vince tutto.
Da Campione, decide di iniziare una nuova avventura in Inghilterra, in un’epoca in cui pochi italiani giocavano all’estero. E sceglie una squadra con prospettive ma anch’essa in ricostruzione. Squadra di cui diventa leader e dopo allenatore-giocatore.
Maledetta malattia, che lui affronta da gran combattente e sconfigge nella partita d’andata.
Purtroppo, il ritorno gli é stato fatale.

Veramente un periodo maledetto, che si sta portando via grandi campioni.
Vuol dire che qualcuno lassú vuole costruire una grande squadra!

Mordechai

Purtroppo non sono capace a…condividerla, ma sulla Gazza c’è una foto pubblicata dalla vedova di Paolo Rossi, in cui c’è Vialli che stampa un bacione sulla guancia di Pablito. È davvero dolcissima.

R.T.

La gazza non la leggo,Ugo, ma la foto dovrebbe essere questa…
2 belle persone

Screenshot_20230106_223937_Google.jpg
Mordechai

Proprio questa. 🥺

mnar53

Vorrei fare una petizione. Oggi è il giorno solo per ricordare Vialli, un campione e un brav’uomo.

Di tumori e SLA, aiuti farmacologici e traumi al cranio da pallonate, parliamone dopo, da domani. E parliamone sempre, anzichè farlo oggi e poi metterlo nel dimenticatoio fino al prossimo caso. Mi piace vedere il calcio e fare tifo, ma non a scapito della vita o semplicemente della salute dei giocatori.

Chakkko

Mi dispiace tantissimo. Persona mai banale nelle sue esternazioni pubbliche ma senza quella pesantezza che spesso hanno le persone che si credono “importanti”.
Anche considerando dolorose esperienze personali, non riuscirò mai a capire come si debba soffrire così tanto e così a lungo per guadagnarsi il biglietto per l’altra parte.

Saluti

unclemarvo

Dispiace tanto tanto, un giocatore bellissimo e una persona perbene. Lo piangiamo noi in Italia, ma lo piange anche tutta Chelsea e credo alla fine tutto il mondo.
Rip, Gianluca, e grazie di tutto.

nirula's

Al netto dell’evento indubitabilmente doloroso, mi pare insopportabile la retorica che abbonda in questi casi.
Il TG 1 delle ore 13.30 di oggi, per dire, ha dedicato a Vialli oltre 20 minuti sui 30 a disposizione, con plurimi collegamenti da Londra, curati dall’ottimo Marco Varvello, e ben tre interventi in studio dell’aziendalista Massimo Franzelli.
Non comprendo perché questa esagerazione: per Paolo Rossi che é stato, anche simbolicamente e internazionalmente, più celebre, tutto questo non mi pare sia accaduto.
Inoltre, constato che la grancassa dei media ha già scordato quel “campione” di giornalismo sportivo (che ho spesso criticato) che é stato il grande Mario Sconcerti, repentinamente scomparso, da pochissimo tempo, senza preavviso di malattia.
Sul Corriere di ieri, il commento (colorato da una manchette grigia come accadeva per Sconcerti) é stato affidato ad un onesto giornalista del mestiere ma – come era facile attendersi – nulla a che vedere con Sconcerti. Per Cairo, non sarà facile trovare il sostituto: gli dei non vogliano che arrivi Zazzaroni!

rd1959

Non capisco questa stima nei confronti di mario sconcerti che, comunque, è mancato a 74 anni, non esattamente un ragazzino. Quando ero bambino di una persona che moriva a quell’età si diceva che era anziano, oggi sembra che si debbano toccare i 90 per essere considerati tali. Sconcerti è stato certamente un ottimo giornalista sportivo, anche se da sempre parecchio egoriferito, ma negli ultimi 8/10 anni, pur avendo un’ottima pensione, ha continuato a scrivere per i giornali da collaboratore molto ben retribuito, da ultimo il Corsera, frequentato diversi talk-show sportivi prendendo altri gettoni di presenza, e perfino espresso le sue opinioni in qualche radio privata, percependo altri quattrini. Questa bramosia di presenza e guadagno del pensionato Sconcerti ha a mio avviso tolto il lavoro a parecchi buoni giornalisti, giovani e non, che hanno trovato le porte chiuse anche a causa della sua ferrea volontà di restare sulla cresta dell’onda sempre, comunque e quantunque. Per restarci, consapevole della regola aurea per farsi invitare nei talk-show – spararle grosse, esprimere giudizi tranchant come se si rivelasse la Verità scolpita nella pietra come le Tavole della Legge, invece di un’opinione, e autonominarsi guru della materia di cui ci si occupa, guarda in altri campi Orsini e Sgarbi tanto per fare altri due esempi – Sconcerti ha affermato tutto e il contrario di tutto, e non è che se quando parli o scrivi fai cadere dall’alto qualsiasi opinione poi quell’opinione diventa di fulminante importanza per questo, soprattutto se, com’è accaduto molte volte, è stata poi smentita piuttosto seccamente dai fatti. Forse è per tutto questo che l’uscita di scena di Mario Sconcerti non è stata accolta con la stessa emozione che ha ottenuto oggi l’uscita di scena, peraltro questa sì davvero prematura, a 58 anni, di Gianluca Vialli.

Vialli è stato un ottimo calciatore – un campione – si è sempre dimostrato un uomo intelligente e ironico, oltre che sorridente e gentile, e sapeva parlare in un buon italiano, qualità che non si trovano spesso nel mondo del calcio italico. Ha fatto benissimo da ragazzino alla Cremonese; ha portato con Mancini, Lombardo, Pagliuca e qualcun altro un club outsider come la Sampdoria a vincere lo scudetto e alla finale di Coppa dei Campioni, oltre alla conquista di qualche altro trofeo. Ha poi vinto con la Juventus, anche quella Coppa dei Campioni che gli era sfuggita di un soffio con la Sampdoria, e ha vinto pure col Chelsea, da giocatore e da tecnico. A un certo punto ha lasciato quella carriera e ha fatto il commentatore, per entrare solo negli ultimissimi anni nei ruoli della Nazionale italiana. È un uomo che dopo averci fatto vedere molte belle cose in campo, ha lottato per cinque anni con il male che l’aveva colpito quando aveva appena 53 anni, e poche settimane fa aveva rinunciato al suo incarico per affrontare una nuova battaglia con il male. Quando abbiamo letto che la madre 87enne era stata chiamata a Londra abbiamo capito tutti che la situazione era molto seria, e tutto questo ha aumentato la simpatia e l’emozione che tutti stiamo provando ora nei suoi confronti. Capisci, caro Nirula’s, che sono due situazioni ben diverse.

Anche Mihaijlovic è stato circondato da una generale ondata di affetto da quando ha iniziato la sua battaglia, ma nel suo caso una macchia del passato ha probabilmente impedito che tra il pubblico e i giornalisti esplodesse la stessa emozione che sta circondando oggi la scomparsa di Gianluca Vialli. Che riposino tutti e tre in pace, ora.

Modifica il 1 anno fa da rd1959
Nicola Romano

Credo che in un contesto del genere tanta acidita’ potevi risparmiartela , sembra che in Italia Sconcerti fosse l ‘unico anziano a togliere lavoro ai giovani , evidentemente l ‘ antiuventinismo non si perdona nemmeno post mortem .

rd1959

Quale acidità, Nicola? Ho cercato di spiegare a @Nirula’s per quale motivo, secondo me, la morte di Gianluca Vialli abbia suscitato emozioni molto più forti di quelle seguite all’improvvisa morte di Sconcerti. Alla fine ci torna quel che abbiamo seminato in vita, anche lasciando il passo agli altri dopo una vita professionale ricca di prebende, incarichi e soddisfazioni. Ho solo espresso la mia opinione mettendo in fila dei fatti: Sconcerti non è certamente stato l’unico a sgomitare per continuare a guadagnare altri quattrini oltre alla sua lauta pensione – conviene al collaboratore e conviene ancor di più all’editore, che invece di assumere un giornalista con i relativi oneri si limita a dare un compenso a borderò, risparmiando parecchio – ma è uno di quelli che, a mio giudizio, lo ha fatto con particolare insistenza. Nessuna meraviglia particolare, perché ognuno si comporta come meglio crede, ma mi ha stupito leggere che un utente si meravigliava perché Sconcerti non era stato celebrato come Vialli, tutto qui.

convenevole da prato al secolo Nicola Romano

Apprezzo la pacata controrisposta, mi sembra ovvio che Vialli sia molto più popolare di Sconcerti, mi sembrava solo fuori luogo indagare cosi tanto sulla vita del medesimo, visto che di italiani completamente casti e puri, a cominciare dal sottoscritto , non credo ce ne siano tanti .

Mordechai

Ci sei andato giù pesante, ma hai del tutto ragione.

comevolevasidimostrare

👍

2010 nessuno

Bravo Allegri, bel gesto per Vialli e Castano.

Leo 62

Che dopo Sinisa sarebbe toccato a lui era oramai chiaro, al netto di miracoli che in questa malattia non avvengono mai. Non so se ci sia qualcosa che lega troppe morti nel mondo del calcio che si susseguono dagli anni 70, immagino di si, alcune durante la carriera ( Morosini, Astori, Curi, Taccola, Fortunato, Puerta, Ekeng, Foé, Feher, e qualcuno lo scordo…) altre dopo ma sempre premature ( Borgonovo, Mihaijlovic, da oggi Vialli, Paolo Rossi, Garella, Anastasi, Cucchiaroni, Ferrante, Beatrice, Mattolini, Bertini che ebbi anche modo di conoscere, Saltutti, Galdiolo, Longoni, Segato, Bellugi, Signorini, Picchi, e Antognoni vivo per miracolo… ). In Italia ci sono spesso Sampdoria e Fiorentina di mezzo, e spero che sia un caso, ma si mormora che fossero società che eccedessero nell’uso di coadiuvanti per l’affaticamento respiratorio e per l’aumento della massa muscolare.
Detto questo è stato il più forte 11 italiano dopo Gigi Riva, se sia anche davanti a Bettega è cosa che può essere dibattuta, per me si, ma si può anche non essere d’accordo.
Incredibile che una Nazionale con lui, Baggio e Franco Baresi non abbia vinto i Mondiali, ma il calcio è strano… era forte anche da centravanti, ma soprattutto era una bella persona, e per quello ci mancherà molto… ciao Gianluca, Levis Sit Terra…

comevolevasidimostrare

👍

Waters

Cucchi…

Salud.

monica

vabbè,antognoni non c’entra nulla,prese una mazzatain testa! tra l’altro di recente è scomparso anche il dr.mennonna,il neurologo che lo ebbe in cura in quel periodo.
per il resto,sì,elenco tristissimo. anche se il tumore credo che colpisca gli sportivi esattamente come gli altri

Leo 62

Per Antognoni mi riferivo all’attacco cardiaco che ha avuto nel 2004 a Losanna, che però potrebbe essere una conseguenza a lungo termine dell’arresto cardiaco avuto in occasione dell’incidente con Martina.

Modifica il 1 anno fa da Leo 62
gmr61

Se ne é andata via una bella persona, R.I.P.

doctordodo

Certamente qualche dubbio viene : da medico penso spesso che ci sia stato in passato un eccessivo ricorso a farmaci non-doping per aumentare le prestazioni.
Da toscano ricordo che ci sono stati ben 6-7 morti premature in giocatori della Fiorerntina
anni 80-90 : Betarice, Saltutti, Ferrante, Mattolini, Galdiolo ed altri. Si parlò molto in ambienti medici di un eccessivo e disinvolto ricorso alla Roentgenterapia (raggi X) per curare patologie articolari.
Mi ricordo che restai molto perplesso dopo un meeting di atletica a Viareggio andando negli spogliatoi e vedendo il grande Pietro Mennea farsi una flebo dietro l’altra di aminoacidi, vitaminici ed integratori e pensai che a lungo andare quella cosa non faceva bene e danneggiava moltissimo i reni ed il fisico in genere.
Ogigiorno mi sembra che ci sia più consapevolezza, i giocatori sono tutti multimilionari e non ci pensano nemmeno a buttarsi in vena varie sostanze ed anche i medici non hanno voglia giustamente. di correre rischi ed assumersi responsabilità.
Poi magari tutto questo non c’entra nulla, ma non possiamo saperlo.

Carlo

Di Vialli mi piace pensare che è riuscito ad essere ancora più grande come team manager che come calciatore, e per quello ci vuole tanto più cuore e testa.
Lo ha ricordato Dossena, era uno che riusciva sempre a coinvolgere tutti.
Insomma, se ne va una grande persona che è stata un grande calciatore

Mordechai

Vero.

commentanonimo

Sla e cancro uccidono nel calcio perchè uccidono anche nel non calcio. Tutto qua. Per la sla si è studiato se gli sportivi muoiono di più che i non sportivi, ma la evidenza è molto controversa, direi per i miei gusti totalmente assente. Per il cancro non esiste il cancro, ma tanti tumori diversi e quello del pancreas duttale di cui è morto Vialli posso dire che i miei colleghi oncologi mi hanno più volte detto che non ne hanno mai visto guarire uno, e colpisce a partire dai 40 anni. Tra le vittime note Jobs che però lo aveva endocrino, Syd Barrett, Mastroianni, Pavarotti…Mi spiace per Vialli, emozionalnte il suo abbraccio con Mancini all’europeo, da lacrime. La vita è questa, godiamo ogni minuto di salute.

time present and time past (a.k.a. scusameri)

Mi pare di ricordare che sei un uomo di scienza e se è così mi sorprendono affermazioni così estreme ed apodittiche (“evidenza totalmente assente”). Questo ad esempio

https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2787180

e’ un articolo da una rivista della American Medical Association (peer-reviewed, Impact Factor 13.3, top decile delle riviste di Medicina Generale). Penso sia una rivista seria.

Lo studio è del 2021, è uno studio di coorte di oltre 190mila atleti della NFL, e mostra un’incidenza della SLA di quattro volte quella della popolazione generale.

Di articoli che confermano questa evidenza ce ne sono molti altri.

Ora, tutta l’evidenza in medicina può sempre essere discussa e non si raggiungerà mai il grado di certezza delle scienze più dure. Ma da qui a giustificare l’affermazione che l’evidenza è totalmente assente ci passa il mare.

commentanonimo

Scusameri non voglio entrare in una polemica che non sto facendo e merita spazio ma le parole contano e noterai che ho detto “gli sportivi muoiono di più che i non sportivi, ma la evidenza è molto controversa, direi per i miei gusti totalmente assente”.
Ora puntualizzo, 1. lo studio a cui ti riferisci è NFL non sportivi. Lì a) c’è una tematica indiscutibile di lesioni traumatiche di vario livelllo che trascende la pratica sportiva e b) lo studio aveva tantissimi limiti infatti è controverso, .limiti sulla definizione clinica di ALS, il campione biased sul chiamiamolo “colore”, l’uso di questionari, il pout purri fatto a seconda del numero di partite, etc. Per quello, 2) io dico che per quello che mi riguarda non considero allo stato attuale convincente la storia sportivi professionisti più incidenza di ALS perchè io credo che ci sia sotto molto di più che la attività agonistica sotto (ricorda poi che molti casi di SLA, circa il 10% non sono sporadici ma ereditari). Sul decile, non commento, rammento però che Nature ha pubblicato molta spazzatura se faceva “rumore”, vedi lo studio di Benveniste o addirittura una volta uno studio che ho revisionato, ho detto che era falso,l’Editor lo voleva e lo ha preso e poi è stato ritrattato. Un salutone, senza polemiche e ti ringrazio del commento

time present and time past (a.k.a. scusameri)

Ma guarda, per carità, io non volevo certo aprire una polemica. Mi ha colpito la nettezza con cui spazzavi via i dati, incompleti e dubbi ma non da buttare direttamente nel cestino a mio avviso, e ti ho suggerito che la tua espressione mi sembrava troppo tranchant.
Io non sono un ricercatore medico ma ho gli strumenti per capire l’analisi dei dati e per questioni personali ho letto una tonnellata di letteratura medica. Mi colpisce come spesso le analisi siano piene di confounding factors e altri problemi metodologici. Questa non fa eccezione. Ma per me è abbastanza per generare dubbi legittimi e a invitare altra ricerca in proposito.
Un salutone anche a te.

Modifica il 1 anno fa da time present and time past (a.k.a. scusameri)

Caro scusameri, non sono un medico e non leggo riviste mediche. Credo però che sia inutile tirare fuori questi dubbi ogni volta che muore uno sportivo. Di dubbi ne abbiamo tutti – io ricordo certe esplosioni muscolari di una ventina d’anni fa e mi colpiscono sempre dei giovani atleti che improvvisamente perdono tutti i capelli – ma mi sembra ingiusto gettare un’ombra nel momento in cui mancano. Non avremo mai le prove di quel che è accaduto negli spogliatoi dagli anni Sessanta alla fine del Novecento, quindi credo sia opportuno stendere un velo pietoso, e pensare invece a regole inflessibili e ineludibili nel calcio e nello sport dei nostri giorni.

time present and time past (a.k.a. scusameri)

Ciao Renato, e buon anno nuovo. Mi sono solo inserito su una specifica risposta a Bocca da parte di commentoanonimo che mi sembrava ingiustificatamente tranchant. Penso che sia una questione su cui c’è ancora troppo poca evidenza, ma sufficiente a indurre a cercarne altra. Saggio in questi casi tenere la mente aperta senza prendere posizioni estreme, né da una parte né dall’altra.
Il bello della ricerca e della scienza è che possono permettere di arrivare a conclusioni ragionevolmente certe su alcuni episodi, con abbastanza tempo e studio, senza il bisogno di essere stati dentro gli spogliatoi.
Infine, anche sui veli pietosi e sulla ombre da gettare è legittimo avere opinoni diverse, e infatti le abbiamo!
ciao

Modifica il 1 anno fa da time present and time past (a.k.a. scusameri)

Auguro un bel 2023 a te e a Scusamera!

Intendevo dire che, anche se si trovassero numeri che testimoniano una maggiore incidenza di alcune patologie gravi nei calciatori, sarebbe poi impossibile ricostruire quel che è accaduto negli spogliatoi e cosa hanno combinato i medici così tanto tempo fa, e ancor più improbabile trovare qualche prova. Penso che si dovrebbe invece prestare la massima attenzione, con controlli continui, a quel che accade oggi in quegli spogliatoi.

Ciao.

Considerando 70 giocatori per franchigia e 20 franchigie per ogni campionato, significa che hanno studiato TUTTI i giocatori di TUTTE le franchigie per 135 anni… sicuro dei tuoi dati?

time present and time past (a.k.a. scusameri)

Ciao Carlo, i dati non sono miei, non ho alcun interesse personale in questa discussione. Ribadisco che è un “cohort” study, uno studio longitudinale. Appaiono dunque molte coorti, mi sembra guardino dal 1960 in poi. Il numero l’ho preso dall’articolo e sinceramente in una rivista scientifica non sono questi gli errori che si trovano: prenderei il numero per sicuramente buono.

190MILA atleti? Credo che non siano nemmeno esistite 190mila persone che hanno giocato in NFL

Nessuno 3

Sin dall’antica Grecia i campioni sportivi venivano osannati e immortalati anche con poemi e statue. Da sempre, quindi, c’è una unione forte tra noi uomini qualunque e i campioni. I campioni non hanno razza, nazione di provenienza, appartenenza a gruppi particolari, sono campioni e basta e, nella nostra mente, sono sempre giovani e forti e hanno valore universale. Non è da tutti appartenere a questa categoria, Vialli insieme a tanti altri, vi appartiene di diritto. Che la terra ti sia lieve.
‘Nce vedimme

Gbp

Bocca, sembra che Vialli abbia giocato e raggiunto buoni risultati ANCHE con la Juve. Grazie Gianluca per quello che sei stato come calciatore e come uomo

tom

Si, Bocca, c’è un filo conduttore: sono esseri umani, e purtroppo si ammalano e muoiono anche loro, come tutti gli altri.
Vogliamo insinuare a tutti costi?
Anche loro, come tutti, prendono farmaci. Anche loro bevono, fumano. Qualcuno si droga. Come tutti.
E basta, dai.

Ci sono rimasto male. Speravo in un miracolo. Ma i miracoli, mi sa, non son cosa di questo mondo.

Modifica il 1 anno fa da tom
time present and time past (a.k.a. scusameri)

Non banalizzare. La popolazione dei calciatori presenta statistiche anomale per alcune malattie. Ad esempio https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/03/27/sla-calciatori-rischiano-di-piu-ma-ancora-ignote-le-cause_4cacb7d0-8ffb-4362-824e-dcd222a05c81.html
Non sono le scie chimiche. Qualcosa genuinamente da spiegare c’è.

Si ma questa non è la SLA. È cancro. Sulla SLA c’è chi fa ricerca al riguardo. Se e quando verrà scoperta la causa dei decessi statisticamente più frequenti tra gli sportivi, verrà divulgato tutto quello che sarà giusto e opportuno divulgare. O, per usare parole tue, vogliamo credere alle scie chimiche? C’è un complotto volto a nascondere evidenze scientifiche per far rendere di più i calciatori?

MJ23 - JAN PALACH VIVE - OIOIOIOIOIOI... LUCA VIALLI SEGNA PER NOI

Ciao Gianluca, a me, da questa parte, dispiace tanto. Spero che a te, dall’altra parte, non dispiaccia.

Nathan

Sei stato un mito per la mia generazione di ragazzini che si appassionavano al calcio a cavallo degli anni 80/90.
Mi piace ricordarti così, insieme al tuo gemello calcistico per antonomasia, ai tempi dello scudetto blucerchiato del 90/91. Riposa in pace Gianluca

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Bob Aka Utente11880

Una triste notizia. Un grande campione, una persona speciale. Siamo ormai nell’età degli addii.

Giorgio Bianchi

Notizia davvero davvero triste. Speravo che fosse riuscito a superare questa terribile malattia.
L’abbraccio tra lui e Mancini quando l’Italia vinse l’europeo, mi coinvolse talmente tanto per la sua autenticità e intensità che scrissi nel suo blog, dottor Bocca, che era stata la cosa più bella di quella finale. Gara vista assieme ad una persona cara che poi è finita per lo stesso male pochi mesi fa.
Ciao Gianluca

Sergiod

E’ stato un mio idolo calcistico ma l’ho sempre ammirato anche per la sua intelligenza ed il suo sorriso.
Grandissimo giocatore che indossava i calzettoni alla Sivori, abbassati sino alla caviglia, dotato di classe cristallina, trascinatore in campo.
Il ricordo più nitido che conservo di Vialli è quello di un amichevole Italia- Argentina a Zurigo, giugno 1987, c’erano tanti campioni , Maradona compreso.
Vialli siglò il terzo gol azzurro e a fine partita abbracciato a un compagno corse sotto la curva colma di tanti nostri emigrati che esultavano per la vittoria.
Lui che li salutava con la mano alzata, loro che sventolavano tante bandiere tricolori.
Vialli sapeva unire, donava spettacolo ed entusiasmo, si faceva amare da tutti.
Nel 2022 e anche all’inizio del nuovo anno sono stato colpito negli affetti, ho perso amici e conoscenti giovani, tutte le morti premature fanno molto male anche perché quando si è avanti negli anni ci si guarda intorno ci si rende conto che c’è chi non cammina più sulla nostra strada.
Si cerca una ragione a tutto questo… ma non c’è risposta.

roxgiuse

Riposa in pace campione. Il vuoto che lasci è la misura del tuo valore di uomo.

comevolevasidimostrare

CIAO LUCA

Rosario Frattini

Ma nella fantasia ho L’ immagine sua
gli eroi son sempre giovani e belli…

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2010 nessuno

Tristissima notizia

Mordechai

Curioso il fatto che solo due giorni fa si siano affrontate Cremonese e Juventus, ossia dove e nata e finita la sua gloriosa carriera (in Italia).

Waters

Mi spiace molto,ragazzo intelligente e mai banale, rappresentavano assieme a Mancini, Lombardo, ecc.. una novità rispetto alle solite squadre, si può dire una ventata di giovinezza.
Dotato di notevole autoironia, una volta fu immortalato nudo mentre su tuffava da una barca in Grecia, i giornali immortalarono la foto nascondendo gli attributi con un pallone, lui disse ” perché sprecare un pallone quando bastava una pallina da golf”
Rip.

Insider

Che strano, tutti noi invece ricordavamo le tue allusioni allo (sbocciare ( sic! ) della malattia che purtroppo fu letale anche per Steve Jobs e altri.

A dirla tutta, ma proprio tutta...

Essere maligni anche in occasioni come queste è indice di una certa stronzaggine, ma anche in questo caso temo che non esista la cura.

Waters

Non sparare cazzate.

Salud.

Le Perle di Vujadin

Purtroppo ricordiamo tutti che dovette intervenire Bocca per cancellare quelle infamie.

Luc 68

👍🏻

Mordechai

“uccidono spietatamente nel calcio”.
Fabrizio, di SLA è morto di recente un mio vicino di casa, un buon amico, dopo cinque anni di inenarrabile sofferenza, e di cancro, ahimè, tantissiime persone che hanno fatto parte della mia vita, a cominciare da entrambi i miei genitori. Quel che rimane è solo un gran dolore.

Carlo lll

Malattia di merda s’è portato via pure Vialli.
RIP

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