Le nuove assurde regole sui rigori: i portieri dovranno restare immobili, fino al momento del tiro. Nessun movimento consentito. Già la maggior parte dei rigori è diventata puramente burocratica, basta un niente, il rigore non punisce più un fallo grave in area, ma addirittura qualcosa di estremamente veniale, se non addirittura inesistente. E’ chiaramente un semplice trucco per facilitare gli attaccanti e aumentare il numero dei gol. E ora questa nuova regola dell’IFAB, presa chiaramente per ostacolare il mestiere del portiere. Ma perché i portieri subiscono e non si ribellano, perché non scendono in sciopero, e non hanno l’orgoglio di difendere la dignità del loro lavoro?
Ho scoperto che da qualche tempo sui rigori tifo per i portieri. Lo faccio in parte per simpatia naturale, un po’ perché cerco di ribellarmi al loro destino di vittime predestin
Volevamo una vita come Gianni Minà
Lunedì 27 marzo 2023 si è spento Gianni Minà, storico giornalista e volto popolare della Rai, nonché grandissima firma del giornalismo italiano. Metto qui a disposizione di tut
Attenzione al richiamo delle sirene di Conte. Quello su di lui è un investimento ad altissimo rischio. Super Antonio ha sempre promozionato se stesso come allenatore che garantisce le vittorie, anche se costa parecchio di ingaggio e di investimenti sulla squadra. Col Tottenham il flop è stato totale, Antonio non ha vinto e al club sono rimasti sul groppone i 220 milioni di sterline di investimenti sulla squadra. Insomma un contratto da 17 milioni di euro netti all’anno, a chi conviene se non a lui? Dunque che ci sia la fila per prenderselo a quelle cifre è assai improbabile. Certo poi l’allocco che abbocca da qualche parte si trova sempre…
La notizia non è che Antonio Conte ha rotto e ha lasciato il Tottenham. La notizia è che Antonio Conte non ha vinto nulla. Vediamo. Nessuno regge Antonio Conte ormai per più di
Azzurro tenebra. Attenzione, la questione Nazionale non è affatto risolta. La brutta sberla presa dall’Inghilterra a Napoli riapre la questione. L’ Italia comincia la strada della qualificazione europea così come aveva chiuso quella della qualificazione mondiale: cioè malissimo. Siamo ancora a quel punto? Partenza completamente sbagliata, squadra debole e dominata da quella nazionale che battemmo ai rigori a Wembley. Da allora abbiamo fatto inquietanti passi indietro, a cominciare da Donnarumma per finire a un attacco privo di centravanti importanti. Anche se l’oriundo Retegui, tutto sommato, il suo golletto l’ha fatto. Ma certo non si può stare tranquilli con una Nazionale così.
Domenica 26 marzo 2023 Mancini ha azzeccato la mossa Retegui, ma non basta certo Fare un paio di gol a Malta credo non cambi molto la musica, anche se dobbiamo metterci nell’ordi
La domanda sorge spontanea: ma chi è Mateo Retegui? Al di là delle sorprese nelle convocazioni azzurre di Mancini, si può rispondere banalmente: beh, meno male che almeno Retegui, oriundo proveniente dall’Argentina, c’è. La Nazionale ha una crisi di vocazioni, non trova abbastanza calciatori di qualità da chiamare, per cui Mancini deve fare i salti mortali per trovare i giocatori. Ma dire che la colpa è di Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio etc che non fanno giocare gli italiani è solo voler nascondere la realtà. La percentuale di stranieri che giocano nel nostro campionato (62,7%) non è molto superiore agli altri campionati europei. Il problema di fondo è la mancanza in assoluto di talenti e di campioni, che poi giochino in Italia o altrove non fa differenza. L’importante è che facciano esperienza in grandi club internazionali. E purtroppo, in assoluto, ci sono troppi pochi calciatori italiani bravi all’estero. Nella Nazionale di Mancini ci sono solo 7 calciatori italiani che giocano in club esteri: Donnarumma, Jorginho, Verratti, Scamacca, Gnonto, Grifo e Retegui. L’Argentina campione del mondo in Qatar ha solo un nazionale che gioca in patria: il terzo portiere. Forse i nostri ragazzi ormai guardano agli altri sport, e forse i nostri giovani calciatori sono troppo mammoni e non vanno a cercare fortuna all’estero… Resta la strada già percorsa dalla Francia, della Nazionale multiculturale: bisogna aspettare gli italiani figli e nipoti di immigrati, i nuovi azzurri di seconda e terza generazione
Va bene, partiamo almeno da un punto fermo e acclarato. Mateo Retegui non lo conosce nessuno, a parte gli addetti i lavori e chi magari ha letto un po’ più approfonditamente le
Anatomopatologia del braccio di Rabiot. Il calcio italiano si ferma a discutere e litigare ferocemente se il pallone abbia strusciato o meno il braccio di Rabiot e per scoprirlo mette in campo e in tv orde di ex arbitri pronti a fornire prove e dettagli scientifici dall’una e dall’altra parte. Il calcio vero o anche quello da osteria con personaggi da film di Alvaro Vitali è questo, oppure quello del Napoli che ormai con Osimhen e Spalletti, distribuisce felicità e rappresenta un intero mondo a parte? Dopo la fantomatica SuperLega di Juventus, Inter, Milan etc la festa scudetto per un milione di tifosi del Napoli sancirà la secessione napoletana di un nuovo calcio. Più bello e moderno. E’ difficile ammettere che Napoli oggi indichi la strada a tutti gli altri, certo il calcio di tanti ex grandi club è ormai evidentemente fasullo…
SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 27 Venerdì 17 marzo 2023 Sassuolo – Spezia 1-0 (71′ Berardi rig. Sa) Atalanta – Empoli 2-1 (44′ Ebuehi E, 58′ de Roon A
E’ arrivato anche il Napoli, e sono tre! Napoli, Milan e Inter ai quarti di finale di Champions League. Sembra quasi di essere tornati ai fasti del passato, ma a questo punto cerchiamo anche di addentare finalmente qualcosa. Intanto il processo nerazzurro a Inzaghi è stato sospeso… Purtroppo nella festa l’incubo dei gravissimi incidenti scatenati dai tifosi del’Eintracht a Napoli. Il fenomeno della violenza nel calcio internazionale si sta sempre più inasprendo e l’Uefa a questo punto è da considerare corresponsabile
E sono tre. Tra gol e allucinanti incidenti a Napoli registriamo tre squadre italiane ai quarti di finale di Champions League. Il Napoli, come da copione elimina l’Eintracht, e s
Cos’è che unisce il “caso Juventus” e il “caso Mourinho”. Quello di essere descritti e raccontati come clamorose vittime di ingiustizia, oggetto di persecuzione da parte di una giustizia sportiva cieca e brutale. Va bene, ma il punto è: cosa vogliamo dalla giustizia sportiva? Ci interessa lo sport o che siano salvati gli interessi di un mondo che sullo spettacolo del calcio è esploso incontrollatamente dal punto di vista economico e finanziario? Oggi un pool di avvocati e legali in genere serve ai club, tanto quanto una grande difesa in campo, perché gli interessi vanno protetti con forza, anche ben oltre lo sport. La famigerata “carta Covisoc” su cui la Juventus ha scatenato un duello legale con la Federcalcio, non serve a dare una luce diversa all’inchiesta sulle plusvalenze, serve solo a mandare a monte il processo che le ha inflitto il -15 per manovre scorrette sul calciomercato. E perché due giornate a Mourinho sarebbero un’ingiustizia? Non ne ha forse dette quattro al “quarto uomo” di Cremonese-Roma? Se poi l’arbitro è andato oltre ne pagherà le conseguenze. Ma evitiamo il vittimismo ed evitiamo di gridare allo scandalo degli scandali. Chi ha memoria ricorderà che Agnolin a Bettega & C, disse: “Se non la smettete vi faccio un culo così”. E prese quattro mesi…
C’è un filo che unisce il caso Mourinho e il caso Juventus, ed è quello che passa per il telaio della giustizia sportiva. Oggi il calcio si fa con i grandi campioni, i migliori