Il Napoli di Conte si sta abituando a restare primo e da solo: anche se fa finta di passare lì per caso
E anche per questa settimana il Napoli non sarà ripreso e starà lì in cima alla classifica, facendo finta di nulla, ma anche senza che gli altri possano farci nulla, se non minimizzare il danno. E non peggiorare la situazione.
La mossa al momento potrebbe essere unicamente pubblicitaria, come quelli che alla Milano-Sanremo scappano subito a Pavia per far ben vedere al pubblico la maglia con lo sponsor ma poi alla Cipressa manco ci arrivano, intanto Conte e De Laurentiis incassano tutto il plauso con annessi e connessi. E del ritorno del Napoli comunque si parla.
Oppure può essere che Conte abbia davvero già messo a punto il Napoli, che la squadra vada quasi già da sola, e che siamo ben al di là del fuoco di paglia o comunque di un risultato clamorosamente anticipato e troppo esaltante per essere vero.
Antonio Conte stesso si è adoperato molto di mostrarsi come quello che passa lì per caso, è giunto persino a dire che il calendario ha facilitato il Napoli, particolare anche vero ma raramente messo in risalto da chi cavalca la tigre e anzi esalta quanto fatto. Da McTominay a Gilmour, da Neres a Spinazzola, chi più chi meno, la mescolanza di vecchio e nuovo al momento sembra funzionare, con Lukaku a rappresentare le tavole di Conte in campo e spingere il motore al massimo. Non è continuo come si dovrebbe l’omone d’area e dintorni, ma insomma, come si dice oggi, è funzionale al progetto. Osimhen è bello che dimenticato.
Avvertenza. Difficile che Conte si trovi lì per caso. E che non abbia in testa il tarlo di uno scudetto da vincere subito, arrivandoci senza che gli altri se ne rendano nemmeno conto.
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Omaggio al Radarista
Pur avendo visto la partita, non ho commentato la vittoria del Napoli sul Como. Riparo ora con qualche commento al riguardo.
Bene il portierino di riserva Caprile, Conte può stare sereno anche con Meret a casa.
In difesa DiLorenzo sta recuperando, Rrahmani sta confermandosi, Buongiorno sta convincendo, Olivera sta deludendo, Mazzocchi sta imparando, Spina e J.J. stanno rifiatando, Marin chi è ?, Mario Rui dov’è ?
A centrocampo ottimo il solito Lobotka detto Robotka, tanto volenteroso ma purtroppo assai scarso Anguissa, sorprendente McT. , da rivedere Gilmour, sottoimpiegato Folorunsho (per fortuna, così a gennaio lo ce lo riprendiamo noi, il ragazzo tifa Lazio).
In attacco Kvara un po’ troppo “fasotutomì”, Lukaku sta facendo quello che ci si aspetta da lui, impegnare i centrali avversari e fare sponde e assist, per i gol ripassare più tardi, Politano sembra più efficace del solito nelle due fasi, nel caso c’è anche lo scattante Neres detto Calimero, per ora scarsamente impiegati gli altri: Simeone, Raspadori, Ngonge e Zerbin.
Attendo i commenti del destinatario e anche degli altri fan degli azzurri qui nel Bloooog.
P.S. Un abbraccio a Shnirele, prosatore sopraffino. Ma se postasse qualche sua foto???
Grazie sempre. Kvaratskhelia lo vedo un po’ nervoso forse per ragioni contrattuali ma anche perché Conte lo fa giocare più a centro. Neres sembra forte. Vedere il Napoli lassù fa piacere e spero che duri.
Nota. Ora che alla Lazio non c’è Sarri, posso risolvere la mia indecisione. Perché tifavo Sarri e non Lazio. Ora sono più tranquillo. Forza Napoli anche contro la Lazio.
[…] Il Napoli di Conte continua a restare primo, e fa finta di passare lì per caso… […]
Intervar di nuovo a pieno regime. Prime difficoltà in campionato e puntuali arrivano gli aiutini da Lissone.
Espulsioni al 10 del primo tempo e partita chiusa.
‘Nce vonno cazze ‘e vatecare pe’ ffa’ ‘e figlie carrettiere!!
Questo antico (e, diciamolo, volgaruccio) proverbio napoletano significa letteralmente: ci vogliono membri da vetturale (cocchiere, conduttore di carrozze o carri per trasporto merci) per fare figli carrettieri.
Come spiegava Raffaele Bracale, cultore e studioso della lingua napoletana, “Un tempo mestieri e/o professioni si trasmettevano di padre in figlio, piú che non accada oggi ed il proverbio in epigrafe sottolinea icasticamente, seppure in maniera troppo aperta, se non addirittura becera, che taluni mestieri possono essere esercitati solo da chi possa vantare adeguati genitori che svolgessero medesimi o analoghi mestieri; e – nella fattispecie – un carrettiere (conducente di carri e/o carretti ) deve, per forza, discendere da un vetturale ( colui che, dietro compenso, trasportava merci o persone su animali o su carri)”.
Ma a me interessa un’altra interpretazione che si attaglia di più al nostro caso. Infatti, questo proverbio sta anche a indicare che per raggiungere i risultati sperati occorrono mezzi adeguati e la giusta esperienza. Al Napoli di Conte questo proverbio si addice perfettamente, secondo me.
PS: eventualmente vi interessasse, “vatecaro = vetturale, carrettiere che trasporta merci, che guida bestie da soma; quanto all’etimo è un denominale dell’agg.vo lat. viaticus=relativo al viaggio” (sempre secondo Bracale). Ovviamente non mi lascio sfuggire l’occasione per spiegare anche l’origine dell’espressione volgare del membro maschile: è voce derivata dal greco akation= albero della nave e fu voce del linguaggio gergale dei marinai (sempre secondo il maestro Bracale che, insieme all’avv. Renato De Falco è stato uno degli ultimi cultori e studiosi del mio idioma madre).
‘Nce vedimme
Non ricordo proverbi piemontesi con significato simile, anche se il proverbio napolitano ha una logica… Perche’ vera. Chissa’ se esistono. In Germania un refrain simile era ad esempio parte della loro cultura…figlio d’arte per loro e’ scontato. In USA no. L’ idea che un figlio segua le orme del Padre e’ abbastanza sbagliata per loro. Il loro proverbio piu’ usato a memoria e’ no pain no gain.
La “speranza” vive nell’immaginazione dei romantici e di coloro che hanno una passione per la luna, per la primavera e nella morte deliziosa delle prime giornate d’autunno… qualcosa che ho intravisto brillare anche nell’espressione di molti volti che ho incrociato per le strade di Napoli.
Una città a sé stante, dove la “questione morale” sopravvive, nonostante sia costretta a condividere il letto con un erbario di pregiudizi e vecchie superstizioni.
Il popolo che la abita, essendone conscio, ha trovato il modo di elaborare un “modus vivendi” ed una lingua speciale che lo racconta e lo sostiene: il napulitano.
Lingua romanza dalle molte paternità sparse nel meridione, che ha il merito di aver stoicamente resistito al Risorgimento e all’Unificazione d’Italia.
Una lingua che abbraccia tutte le ottave necessarie a strepitare da un marciapiedi all’altro la lista della spesa e a sussurrar pentimenti nel segreto di confessionali raramente intasati.
Ora, siccome una lingua è espressione del popolo che la usa e che la nutre quotidianamente, nel napoletano, inteso come individuo, si riconoscono alcuni tratti delle sonorità della lingua parlata: certe screziature malinconiche, la tendenza ad un fatalismo pragmatico, che fa rotolare le sillabe verso un senso compiuto… che vabbuò anche se non è del tutto compiuto… attitudine che riflette l’istintivo ricorso all’auto assoluzione preventiva… che il napoletano detesta il senso di colpa. (Kafka non è nato a Napoli, ma non perché lì non c’era più posto all’asilo).
Facendo forse leva sul fatalismo di cui sopra, dà a volte la sensazione di aver dismesso di credere nell’eccitante illusione che il mondo possa essere migliorato.
Per compensazione tende a credere nei miracoli.
In una realtà così autenticamente pervasa di esoterismo, l’avvento di Bellantonio da Lecce, pur essendo impossibile da prevedere, era, prima o poi, inevitabile!
Onore e merito al vituperato Presidente e al diretto interessato per averne avuto il presentimento, e per aver conseguentemente messo in scena un vero e proprio “coup de théâtre”.
Due autentici maestri nel declinare “l’eccesso” in forma di raffinato intrattenimento destinato alle masse.
I puristi della “bella maniera” dovranno ammettere che eccitare le masse a colpi di brodino di dado, tiepido… è strategia destinata a sicuro fallimento.
A questo punto, diventa certamente interessante assistere al prosieguo del campionato. Non solo Inter, non solo Juventus, non solo Milan… al netto di qualche incursione scaracollata a valle dai cupi Carpazi che circondano il territorio bergamasco, c’è anche il Napoli di De Laurentis e di Conte.
Che il Napoli riesca a giocare regolarmente la Champion’s, e magari a vincerla, mi pare ambizione legittima. In fondo, se succedesse, si tradurrebbe in un vantaggio d’immagine per l’Italia tutta.
Salvini, dal buio della sua cella, che spartirà con quattro brutti ceffi in regime di rotazione, se ne farà una ragione.
Che Conte possa ottenere un successo “bona la prima”, ci sta.
Comunque vada, il paragone con l’allenatore precedente, sul piano della presa mediatica è impietoso.
Il Bellantonio ha la determinazione ed il “physique du rôle” del Capitano Coraggioso, quello che per soddisfare la propria ambizione accetta solo le imprese che altri definiscono impossibili.
Ad un tifoso, di un tipo così, può risultare difficile non innamorarsene… sempre che vinca qualcosa, (che neppure lui sfugge alla regola, tutt’altro che aurea).
Da avversario se ne può apprezzare la sfacciata volontà di competere.
Vivendo a più di 1500 km da Napoli, non riesco ad immaginare il valore del “lascito sentimentale” di Spalletti… certo è che se avesse limitato i tentativi di aver ragione della sintassi, aggredendola alle spalle… chissà?!
P.S.
Nel caso avessi urtato la suscettibilità di qualche napoletano in sala, o bergamasco, o di qualche spallettiano doc, sappiate che non era nelle mie intenzioni.
Sono solo vacue speculazioni autunnali… crescono sull’albero dell’ironia, che genera frutti solo se posto accanto a quello della “joie de vivre”…
P.P.S.
E comunque a me Troisi, che di Napoli è stato il cantore dalla voce più limpida e che dell’auto ironia ne fece la propria cifra stilistica, mi ha sempre fatto molto ridere, ma molto-molto…
Leggerti è un piacere assoluto e una cosa concreta e giusta l’hai detta. Comunque vada, questo è il Napoli di Conte e De Laurentiis e sarebbe la prima volta che il Presy mette in campo una squadra anche sua. Perché noi abbiamo avuto il Napoli di Sarri, il Napoli di Spalletti e mai quello di De Laurentiis. In seguito vedremo cosa accadrà e, per il momento, ci godiamo l’attuale posizione.
Il dialetto napoletano. Pozzuoli e Torre del Greco, fino a una sessantina di anni fa, parlavano greco o quasi. Poi è arrivata la TV e ha omogeneizzato le parlate locali. Ma se ti dovesse capitare di andare in periferia, nei rioni o nei quartieri antichi superaffollati, potresti sentire le voci dei venditori. Quelli che al mattino e alla sera girano per le strade vendendo le cose che vende il supermercato e “danno la voce”. E lì potresti ascoltare qualeche antico residuo della lingua verace. Una volta le voci erano belle, canore e potenti ed erano brevi poesi che allettavano le signore che facevano la spesa dal balcone calando il paniere.
Parliamo di canzoni che si riportano e si cantano dal 1500 e l’apoteosi è “Fenesta vascia” con i versi della strofa finale:
Se vota na nennella da llà ‘ncoppa
Chi è ‘sto ninno ca va venneno acqua
E io risponno, co parole accorte
So’ lacrime d’ammore e non è acqua.
Ci sono anche venditori spiritosi, ed è tutto un miscuglio di poesie adattate al prodotto che si vende. Una cosa è certa. Era bello e commovente vedere signore in pigiama e una vestaglietta addosso che scendevano, circondavano la carretta e facevano la spesa. Senza tralasciare quelle che proprio non volevano scendere e calavano il paniere.
Una delle più belle canzoni napoletane è “palomma e notte” di Salvatore Di Giacomo che ha avuto in dono una poesia da Vittoria Aganoor Pompilj, sua amica.
Ciao Radarista, mi hai regalato un’istantanea di una Napoli che non potevo conoscere. E che forse non conoscerò mai, ma se dovessi incontrarla spero di avere il tuo stesso sguardo innamorato.
Ti ringrazio.
Caro Shnirele, sempre un piacere leggerti, la tua prosa sinfonica condita da sottile umorismo mi ricorda Richard Strauss, per merito di cui sono stato qualche giorno fa proprio a Napoli, per una bellissima Elektra con le scene ed i costumi di Anselm Kiefer…. perché Napoli è tante cose, spesso meravigliose ( dalla genovese al ragù, allo scarpariello, alla nerano… e la pizza fritta… e le sfogliatelle…) ma è anche San Carlo, il teatro più antico, e per me più bello d’Italia. Poi salire fino a Sant’Elmo e vedere dall’alto la ferita di Spaccanapoli ( nel senso di taglio o fessura ) è sempre un’esperienza unica… non esiste al mondo un Decumanus maximus meglio tracciato e meglio visibile… vabbeh insieme al Corso di Roma che però non gode di una vista alta di questo tipo.
Ultimamente mi sono creato una stagione lirica invernale che per metà abita a Napoli e per metà a Parigi… tra Granier Bastille e Champs Elysées, ed appunto San CArlo… ci sarà da girare ma ne varrà la pena. E d’altronde tra Napoli e Parigi si sono già mossi pure Rossini e Donizetti ed in parte anche Verdi che a Napoli andava spesso e volentieri, come testimonia la bella scultura di Gemito, ed a Parigi meno spesso e forse meno volentieri.
Napoli è città metafisica, anche se magari Spalletti e Conte che tanto hanno fatto e stanno facendo per la goia popolare, non se ne sono accorti, un ponte tra visibile ed invisibile, tra presente e passato… uno dei pochi al mondo.
Un abbraccio…
Ciao Leo, per una sorta di bizzarro intreccio dei casi, ieri sera, io e mia moglie, eravamo alla Philharmonie per il Requiem di Verdi, diretto dal Maeshtro Muti…
A dire il vero, devo confessare che il Maeshtro io l’ho sempre un po’ sofferto.
Bene il Coro e l’Orchestra, fiacchino il tenore, (italiano), meglio il basso, un azero, variante persiana, con barba d’ordinanza e volto sgrossato alla bell’e meglio.
Il soprano, un’imponente polaccona pettoruta, sostituiva la titolare, quindi incassa le attenuanti del caso, la mezzo soprano invece, una francese dall’aspetto vagamente unticcio, arrivava a malapena ad un quarto di soprano… e il Maeshtro è il Maeshtro… cioè, la parodia della caricatura dell’imitazione di quello che lui pensa debba essere un Maeshtro Ishtrionico.
Di Verdi cosa si può dire, se non tutto il bene possibile; è come la mamma, non si può parlarne male… ma Mozart, va detto, è un’altra cosa, il suo Requiem sembra arrivare da Plutone, sembrerebbe tale anche se lo cantassimo tu ed io.
Vabbè, come avrai capito, per me non era serata.
Non è un bel periodo per me. Fai pure la tara su quanto ho scritto.
Non tanta, comunque.
Naturalmente concordo con te sul S.Carlo, e immagino che il buon Kiefer, per l’occasione, abbia dato il meglio di sé.
Purtroppo, passando in rassegna la tua lista delle leccornie, mi accorgo di conoscere solo le sfogliatelle.
Spero che gli astri, prima o poi, si allineino in modo tale da consentirmi di affogare la mia brama di lussuria nella culinaria partenopea.
A chissà quando…
P.S.
Ammetto che i tuoi apprezzamenti mi provocano qualche istintivo moto di orgoglio.
Presto represso, giuro.
Con pochi qui dentro ho piacere a relazionarmi come con te, Shnirele, e quindi l’orgoglio è tutto mio, irrepremibile peraltro… Quanto al Maeshtro ha finito di fare cose sopra la media da una ventina di anni… lo sentii per la prima volta nel 1983 ( o era il 1984? ) in un Concerto memorabile all’Accademia di S.Cecilia, non mi dimenticherò mai quell’ In the South di Elgar né la Quarta di Schumann, poi l’ho seguito anche a Salisburgo, un Così’ Fan Tutte leggendario, a Vienna e a Berlino, poi ad un certo punto, giusto una ventina di anni fa è subentrato il mestiere e la routine… quindi non è che non eri in serata, hai colto quello che c’era, ed il cast vocale era modesto, al momento non è uno dei direttori che raccoglie grandi cast… meglio Pappano ad esempio.
A PArigi ti segnalo a fine Gennaio inizio Febbraio il Castor et Pollux di Rameau all’Opera Garnier, diretto da Currentzis, se riesci facci un salto, io ci sono il 30.
Mozart è sopra qualsiasi cosa immaginabile, il suo Requiem assoluto puro, fino a che lo ha potuto comporre, poi si nota che non è più lui. Verdi ha fatto una grande cosa, come se avesse fatto cantare il suo Requiem ai protagonisti delle sue Opere, il Soprano è Violetta, il Mezzo è Amneris, il Tenore è Manrico, il Basso è Rigoletto… immaginalo così e diventa una cosa potente e commovente al tempo stesso. Il Libera Me finale, parlato all’inizio è grandissimo, lo aveva composto per Rossini.
Quanto a Kiefer l’ho sempre molto apprezzato e in questo caso ha fatto una cosa notevolissima.
Quanto al resto, la nottata passerà… è tale un po’ per tutti, anche se c’è chi non se ne accorge… la Bellezza ci salverà… forse… ma sicuramente fa la differenza.
Bello
Grazie
A fine mese, al San Carlo, cè la Carmen di Bizet. Canterà anche la mia nipotina Armida, nel coro. In settimana cominciano le prove.
Ad MAiora…
Il rendimento del Napoli sembra dar ragione a Conte, ma sono soprattutto i saggi acquisti fatti quest’anno che stanno dando i loro frutti. Buongiorno ha ridato tranquillità agli altri che sono tornati a giocare alla grande (Di Lorenzo e Rrahmani in primis), sono ben contento di vedere Juan Jesús in campo solo durante il riscaldamento. Poi li davanti c’è McTominay che sta facendo scintille. Lukaku ha finalmente una funzione che può svolgere bene, quella di fornire ottimi assist a chi la palla, al contrario di lui, la sa mettere in porta. È in più c’è Neres, che quando entra diventa inarrestabile. Oltre ovviamente all’allenatore che sta mostrando di saper variare avena velocissimamente a seconda della necessità. A questi acquisti aggiungiamo un Politano in stato di grazia (la galoppata di 70 metri di ieri con splendido cross finale, purtroppo sprecato da Lukaku, è stata emozionante). Aspettiamo ancora che si risveglino del tutto Kvara e Lobo, e poi sarà pressoché impossibile battere questa formazione, persino con Olivera titolare.
Ovviamente sono contentissimo, ma andiamoci piano con l’entusiasmo… “Poi sarà pressoché imbattibile battere queata formazione” non lo so, ancora qualcosa non mi convince e poi mi sa che quest’anno è tornata la Juventus di una volta…
Il punto è proprio quello: torneranno i veri Kvara e Lobo? Non so se nel gioco di Conte ci sia spazio per la loro creatività. È comunque ho scritto “pressoché”, non “assolutamente” 😉. O.t. Ieri sono stato da un mio amico palermitano che ha un negozietto di primizie siciliane di qualità qui a Berlino dove vivo. E ovviamente è stato come sempre un piacere sfottersi all’ultima battuta, come solo catanesi e palermitani sanno fare. Saluti
Ot curiosita’. Qualcuno qui conosce ed apprezza R. Quine? Chitarrista.
O.T.
Paul Pogba, un ragazzo decisamente inadeguato ad affrontare la complessità che lo circonda ma, parlando di calcio, uno con le capacità tecniche del fenomeno, potrà tornare a giocare a pallone a livello professionale.
Lo farà verosimilmente e purtroppo lontano da Torino e dalla juve ma gli auguro con la serenità di cui sinora non ha potuto godere.
Per me era chiaro dall’inizio che aveva avuto 4 anni solo perche’ della Juve. E’ lo stesso motivo per cui il fallo su Bremer, non fischiato, non viene evidenziato da UEFA (Altro che fairplay). Si chiama politica come la Wada con Sinner e tanto altre amenita’ che nulla hanno a che fare con lo sport
Mi pare che tu stia mettendo insieme vicende completamente diverse: pet quanto riguarda Pogba l’ipotesi si può pure fare, ma su Bremer direi di no
Ma il Napoli come mai ha anticipato addirittura al venerdì? Gioca col Real Battipaglia mercoledì?
Vedo che già si rosica dopo solo sette giornate…
Va bhe … passiamo alla lotta per il secondo posto … anche quest’anno si spera per il prossimo anno. 😆😆😆😆😆
E se ne vaaa, la capolista se ne vaaa!!
Siamo appena agli inizi e Conte ha portato momentaneamente il Napoli al primo posto, cosa impensabile all’inizio del campionato. I comaschi ringraziano le acque del loro lago per spiegare la loro forza ma il Napoli ha il suo golfo e, come tutti sanno, il mare che è salato batte sempre il laghetto dolce. Anzi, per indicare un marinaio poco pratico si dice che sia un marinaio d’acqua dolce, anche se questa affermazione non sempre è vera.
Il Como è una bella squadra e al primo tempo ha giocato meglio del Napoli. Al secondo tempo invece il Napoli ha giocato meglio del Como e ha meritato la vittoria.
Lukaku sta facendo molto più di quanto potessi sperare ma Kvaratskhelia non sta rendendo al massimo, anche perché Conte lo fa giocare in un ruolo non suo. Neres è una bella scoperta. L’arbitro non mi è sembrato molto in palla e credo abbia commesso alcuni errori che hanno favorito il Como. Roba di poco conto. Ora non ci resta che goderci un weekend senza patemi d’animo. Primi eravamo e primi restiamo.
Perché impensabile?
Impensabile era che arrivasse decimo la stagione scorsa.
Io pensavo facesse peggio.
il Napoli vincerà lo scudetto.
Speriamo.
in alternativa a noi, lo spero anch’io. Purtroppo credo che in queste situazioni, con Conte, non ci sia scampo. Sarà vostro.
Per vincere uno scudetto è necessario stare da soli in testa; una volta, correva l’anno 1964 l’Inter di Helenio Herrera ed il Bologna di Fulvio Bernardini hanno provato a vincerlo in compagnia ma alla fine l’Inter ha dovuto abdicare.
Che i napoletani si godano questo anno, probabilmente vinceranno
Il prox, il Conte comincia i mugugni e al terzo li abbandona..
Un classico della casa…
Non è proprio così, con l’Inter, Conte il secondo anno fece meglio del primo, lasciamo perdere le etichette…..
Ma ricorderai che alla fine della finale di Europa League aveva salutato, giusto x non smentire il personaggio ☺️
be’, il pranzo varrebbe il Conto, no?
Come sempre, oltre ai buoni giocatori, serve il “manico” giusto. Conte non è certamente simpatico, ma il suo mestiere lo sa fare bene…
Meglio solo che male accompagnato…