Scaroni, il Sauromanager che non capisce
“Incomprensibile!” Aiutiamo il presidente del Milan Paolo Scaroni, per altro antico e vorace sauromanager piuttosto scafato e navigato – cz…o se le cose non le capisce lui, chi? – a comprendere perché Bologna-Milan non si giochi su ordine (o meglio, ordinanza) del sindaco di Bologna.
Visto in sintesi il tempo infame, le alluvioni a ripetizione, protezione civile, pompieri, polizia, carabinieri, finanzieri, subacquei, conduttori di ruspa, vigili urbani, l’esercito e cittadini tutti impegnati a evitare l’ennesimo disastro del clima impazzito ai danni dell’Emilia Romagna. Già in ginocchio a prescindere dallo smacco del non poter vedere lo spettacolo di Orsolini vs. Morata. Che per altro prima o poi si recupererà e quindi niente verrà tolto a nessuno.
Che qualcuno se ne sia purtroppo fottuto del fatto che i milanisti Theo Hernandez e Reijnders dovranno così scontare la squalifica non a Bologna ma contro il Napoli in mezzo alla settimana è certamente increscioso, ma per la verità abbastanza comprensibile perfino da un bambino di due anni. Prima che una quarantina d’anni da business man nella capitale morale dell’Italia degli affari lo storcano e induriscano come un ramo d’ulivo e lo rendano impermeabile a qualsiasi umanità e resistente a qualsiasi duttilità. E non so quanto avrebbe senso, sulla soglia dei 78 anni, fare un corso di tenerezza fra comuni esseri umani.
Ora non pensate che quell’ “incomprensibile” scaroniano sia per forza uno schiaffo al comune senso del pudore – nooo… – non pensate malignamente che il Sauromanager Scaroni, non nuovo a posizioni intransigenti e di rottura (“San Siro? Ma quale Scala del calcio, va abbattuto”), presidente non pagante del Milan, sia così cinico e opportunista da pensare che sia meglio regalare l’assenza di Theo e Reijnders al Bologna piuttosto che al Napoli, è che proprio non l’ha capito. Anni di calcio coi soldi degli altri lo hanno purtroppo reso insensibile ai comuni problemi mortali degli altri. Se non capisce, in fin dei conti, c’è da capirlo: vallo a spiega’ al sauromanager.
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mentre facevo la mia camminata veloce quotidiana ho ascoltato il Momus di oggi
https://www.raiplaysound.it/programmi/momusilcaffedellopera
che tratta della Passione secondo Matteo di Giovanni Sebastiano;
nat. fra i brani non poteva mancare la più bella aria di tutti i tempi:
[…] Scaroni, il Sauromanager Milan e i guai dei comuni mortali […]
Caro nostro pazientissimo ospitante Fabrizio, stavolta non sono d’accordo con Lei.
Comprendo bene che la Sua forma mentis politica La porta necessariamente alla contrizione politically correct senza se e senza ma (opposto simmetrico a un Vittorio Feltri o a un Cruciani, per capirci) e, quindi, a criticare aspramente chi abbia fatto nel caso de quo un commento esclusivamente calcistico e poco etico, peggio che mai essendo uno come Scaroni con tutto il suo vissuto professionale non esattamente trascorso nelle Onlus ecologiste.
Scaroni sarà anche gelido e privo di sensibilità, non lo so, non lo conosco, ma il problema è che, a quanto sembra, la città di Bologna oggi, sia pure intristita in grande difficoltà logistica, non sia “chiusa per doveroso lutto”, come in sostanza il suo Sindaco ha ieri postulato, ma che vi siano invece in città iniziative frivole altrettanto quanto una banale partita di calcio (pugilato, fiera delle auto d’epoca, etc.) che nessuno ha pensato di dover rinviare.
Pertanto mi sembra che la domanda che si sia posto Scaroni, certamente pro domo Mediolani, ma la cosa ci sta, essendone il presidente, sia la seguente, mi pare di capire:
posto che non si poteva certo andare in 35mila al Dall’Ara e che non si poteva giocare neppure a porte chiuse, a causa del mancato incasso da devolvere in parte agli alluvionati e per non distogliere comunque Forze dell’ordine ai servizi connessi all’alluvione, per quale motivo non si è potuto giocare neppure in campo neutro, in Toscana o in Lombardia, pur essendoci tutto il tempo per l’organizzazione della partita altrove?
Perché una sorta di lutto cittadino non ufficiale è affidato di fatto al Bologna Calcio, tanto da non potersi giocare neppure fuori regione, e non, poniamo, alla Virtus del Basket, che oggi invece scenderà normalmente in campo a Cremona, o ad altri eventi ludici o ricreativi cittadini?
Solo il Bologna Calcio è affranto? La Virtus no? Gli attori di teatro no? Gli espositori di MG, Lancia e Ferrari d’epoca no?
Allora, lutto cittadino per lutto cittadino, tristezza per tristezza, quella squadra di Calcio che si dovrebbe astenere dal giocare questa settimana dovrebbe essere ancor di più il Napoli, visti i due gravissimi episodi di criminalità giovanile appena accaduti in città.
Ecco che quindi le perplessità del gelido Scaroni assumono una dimensione meno incomprensibile, non Le pare? Ciniche, forse, ma comprensibili. Certamente però non ipocrite.
Aggiungo che qualora il Calcio voglia generosamente contribuire al sostegno economico degli alluvionati bolognesi, ben può devolvere loro una quota di tutti i nove incassi residui della giornata di oggi, senza attendere un Bologna-Milan che a questo punto verrà giocato alle calende greche.
Grazie dell’intervento, intelligente, educato e ben argomentato. Io credo che le autorità pubbliche stiano lì, democraticamente elette o nominate (metti il caso del prefetto), proprio perché hanno la responsabilità di decidere. E l’autorità pubblica è al vertice della catena di comando proprio perché a un certo punto c’è da decidere. E l’autorità pubblica lo fa con tutta la legittimità possibile concessale. Non credo quindi che si prendano certe decisioni per populismo, per compiacere questo o quello, o piuttosto andare contro gli interessi di qualcuno, quanto per provvedere all’interesse e al bene pubblico appunto. La partita di calcio muove molte migliaia di persone in un quartiere che ha sofferto pesantemente i danni dell’alluvione e inoltre impegna forze dell’ordine, protezione civile etc. Rinviare una partita è il modo più naturale per rimediare a problemi di questo tipo, giocarla da un’altra parte significa avere altri tipi di problemi: come trovare stadi ad esempio in grado di accogliere le migliaia di abbonati della squadra di casa, e per di più in città che alla fine non siano più vicine alla città della squadra avversaria, per cui non avrebbe nemmeno senso parlare di “campo neutro”. Il rinvio è un problema perché oggi il calcio si è talmente dilatato e gonfiato per bulimia, che non esistono più date e buchi per recuperare le partite impossibilitate a giocarsi. Ma questo il calcio, per sete di denaro, non lo ha previsto. E francamente è più un problema della sua organizzazione che del sindaco di Bologna, che fa solo il suo dovere. Grazie ancora dell’intervento e cordiali saluti Fab
E finlmente due post senza volgarità e capaci di spiegare e capire cose che sono sì di ordine pubblico ma riguardano appunto il mondo del calcio.
C’è ancora vita sulla Terra.
Signor Scaroni nonostante l’età vada a spalare fango o portare sacchi di sabbia cosi capisce o ci resta. Ma come disse un grande poeta “contro la stupidità neanche gli dei possono”
Scaroni manager? Ma quando mai. Scaroni è assurto a poltrone manageriali, Eni in testa, per soli motivi politici, e sempre con lo scopo di frenare sviluppo e innovazione e garantire certi interessi. Descalzi è un manager, Scaroni non lo è mai stato, basta vedere i fatti e i numeri. Mi limiterei a “sauro”.