Mancini cambia Nazionale così come cambia cravatta (da azzurra a verde), l’Arabia Saudita lo annuncia come nuovo ct in uno spot che evoca la vittoria dell’Europeo, e nasconde, ovviamente, la mancata qualificazione ai Mondiali. In appena due settimane il clamoroso salto della quaglia, il benservito ferragostano all’Italia e la firma per l’Arabia Saudita il cui flirt ha tentato grottescamente di nascondere dietro incomprensioni, tensioni col presidente Figc Gravina, divergenze sullo staff e vis così. La verità è che è solo una banale, ma peantissima, storia di soldi. Tanti, tantissimi: per lui e per il suo clan di amici… Mancini però ha mal calcolato un dettaglio, questa storia lo segnerà per sempre. Per tutti sarà sempre il mercenario, che non si è dimesso quando è stato sbattuto fuori dai Mondiali dalla Macedonia del Nord, ma lo ha fatto non appena ha sentito il profumo dei petrodollari….
Cambiare nazionale, così come si cambia cravatta. Un verde fluorescente scelto fra mille altre direttamente dalla sua cabina armadio. Roberto Mancini si è presentato così ai su
Lukaku è un’arma di distrazione di massa. Si fantastica su una Roma scudetto con il centravanti che volevano Inter e Juventus, ma il problema della Roma è ancora Mourinho e il malinteso di una squadra che si prende tutta la scena ma comincia il campionato clamorosamente col piede sbagliato e contro squadre di categoria ben inferiore. Insomma parliamo pure di Lukaku ma con un caso Mourinho avevamo chiuso lo scorso anno e con un caso Mourinho ricominciamo. Non c’è alcun confronto al momento col Milan di Pioli che ha rifatto la squadra per buona parte sul mercato ed è partito nuovamente in tromba nel segno di Leao e Theo Hernandez. E soprattutto di Pulisic, l’americano che piace e batte tutti. Preparatevi perché se il Milan vincesse a Roma alla prossima, sarebbe -8 per la banda Mourinho. Non ci sarà Lukaku che tenga, sai che gazzarra…
Lukaku o non Lukaku, la Roma è da scudetto oppure no?, tra la Roma e il Milan ci sono già cinque punti. E se il Milan vincesse all’Olimpico, sarebbe subito -8 per i giallorossi
Lukaku alla Roma può essere davvero il colpo dell’estate. Sono anni che il calciomercato ha rarefatto i colpi nel calcio italiano. E’ dai tempi di Ronaldo alla Juve, il primo Lukaku all’Inter o il secondo Ibrahimovic al Milan che non ci sorprendiamo e sobbalziamo sulla sdraio in spiaggia. Il mercato è davvero un paradosso: di Lukaku all’Inter non ne vogliono più sentir parlare, l’inserimento a forza nella Juventus ha fatto ribellare i tifosi bianconeri, mentre per Lukaku alla Roma i tifosi sono pronti a correre ad accoglierlo all’aeroporto. In un mercato più ricco di cessioni illustri che di grandi acquisti, in cui le squadre cambiamo anche molto ma rimangono all’80% del valore di quelle precedenti, la Roma almeno accende i fuochi artificiali con affari che mai ti aspetteresti. Dybala lo scorso anno, Lukaku quest’anno. Poi, certo, Mourinho si lamenterà e dirà che non ha la squadra per arrivare almeno in Champions League, ma questo ormai fa parte del solito stucchevole melodramma di contorno…
Lukaku alla Roma sarebbe il colpo d’ala di quel mercato mai decollato e che ci ha riempito le giornate comprese tra i due campionati più di grandi cessioni che di grandi acquist
Messaggio ai naviganti, la Juve è viva e lotta insieme a noi. Ma quale rivoluzione, l’ardita tesi da dimostrare ora è che la Juve fallimentare dello scorso anno, può essere una Juve di successo oggi. Una Juve senza: senza le Coppe, senza Lukaku e senza Berardi. Ma sempre con Allegri, Chiesa e Vlahovic, che dovevano essere sacrificati sull’altare del calciomercato. Invece sono qui, e adesso non li sposta più nessuno…
E’ tutto molto prematuro, ma la tesi piuttosto ardita che si vuol dimostrare è più o meno questa: la Juve fallimentare dello scorso anno, sarà una Juve di successo oggi. La st
La Serie A ricomincia con le doppiette di Osimhen e di Lautaro, due campioni che, volendo, avrebbero potuto andare a guadagnare cifre da sogno nel campionato saudita. Ma hanno preferito restare in Italia e continuare a giocare col Napoli e con l’Inter. Insomma per fortuna non ci sono solo i soldi nella scelta di un campione, è importante anche stare dentro il football che conta di più, che ha i trofei più grandi e che segnano la vita di un calciatore. E soprattutto che ti permette di crescere, di migliorare, di diventare ancora più grande, cosa che nel campionato saudita non sarebbe probabilmente possibile. Insomma fare due gol al Frosinone e due al Monza ha ancora un senso…
Le due doppiette che Osimhen ha fatto al Frosinone e Lautaro al Monza hanno un significato che va ben al di là del peso specifico in senso stretto relativo alla prima giornata del
Addio Carlo Mazzone, è stato un’ icona del calcio anni 80 e 90. Campione del calcio di provincia, protagonista con le sue uscite da trastereverino verace. E’ l’allenatore con il record di partite in Serie A, passato alla storia per la sua corsa furiosa sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta. Lanciò Totti nel firmamento del calcio, a Brescia mise insieme Guardiola, Pirlo e Baggio. E’ stato il primo, straordinario influencer del calcio.
Quella foto davanti agli occhi: stadio Rigamonti, Brescia-Atalanta, la corsa di Carletto Mazzone sotto la curva dei tifosi bergamaschi. Ho sempre sostenuto che quella sia un’oper
Luciano Spalletti ct azzurro. E’ ufficiale, l’Italia non è ancora qualificata per Europei e Mondiali, ma si qualifica per le Spallettiadi. La Federcalcio ha affidato la panchina più importante d’Italia all’ex allenatore del Napoli, grande condottiero dell’ultimo sorprendente scudetto. E’ un colpo da levarsi cappello, il presidente della Figc Gravina ha rotto gli indugi e in appena cinque giorni risolta la grana delle improvvise e inaspettate dimissioni di Mancini. Il problema è il rilancio di una nazionale che non ha grandi campioni, ma la scena ora se la prende tutta super Luciano: aspettatevi show, scatti di ira, silenzi inquietanti e dichiarazioni contorte e incomprensibili. Ma pazienza, l’importante è che la Nazionale risorga e torni al centro del calcio italiano. Intanto preparatevi, più che in campo si sale sul ring…
Il dado è tratto, Luciano Spalletti nuovo ct della Nazionale. Ha l’incarico di portare la Nazionale ai prossimi Europei e ai prossimi Mondiali nel 2026. Non ci metto anche vince
Se vi appare scandalosa, inopportuna e imbarazzante una trattativa Federcalcio-Napoli, e nello specifico Gravina – De Laurentiis, con tanto di tre milioni in ballo da pagare, per liberare Spalletti e farlo diventare il nuovo ct della Nazionale, allora potreste anche accontentarvi di un Bollini o Nicolato commissario tecnico e non pretendere di avere per forza alla guida dell’Italia il migliore allenatore su piazza. Dai tempi di Sacchi in azzurro (1991) la Nazionale e la Federcalcio sono di fatto sul mercato e dunque in competizione con l’intero mondo del football, club e nazionali. Quindi è inutile prendersela col solito De Laurentiis che tra l’altro è il mago dei contratti e delle clausole: i patti sono tali perché convengono a tutti e sono firmati da entrambe le parti. Il Promesso Sposo Spalletti ha già smaltito lo stress e superato la stanchezza che gli ha fatto dare l’addio al Napoli, l’anno sabbatico è durato sì e no un paio di mesi… E ora – come del resto fanno tutti – vuole che la Federcalcio paghi quella clausola che lo riguarda direttamente. Insomma si sta sul mercato, la Federcalcio non è mica la mamma dei Gracchi…
Il triangolo no, non l’avevo considerato, ma era perfettamente immaginabile che alla fine si finisse a letto in tre. Per fare un ct nuovo bisogna passare attraverso le forche cau
Non si vive di soli spot Tv, buon Ferragosto alla Nazionale: Roberto Mancini saluta e se ne va, lasciando la panchina da ct dopo 5 anni tra trionfi e disastri. Cosa è successo per scatenare questa improvvisa bufera nelle acque piatte della squadra azzurra? Probabile che l’ ex ct abbia sentito i richiami di questi contratti faraonici che girano in Arabia Saudita e dunque basta con la Nazionale dopo il trionfo agli Europei ma anche una cocente mancata qualificazione ai Mondiali (la seconda consecutiva) ad opera della Macedonia del Nord. Cinque anni da ricordare, ma anche un rapporto che ormai si andava trascinando in un tran tran senza grandi prospettive e un panorama di calciatori convocabili abbastanza deprimente. Ora non ci resta che aspettare il prossimo ct. Parliamo chiaro, no a Gattuso, Cannavaro, De Rossi o Buffon – essere campioni del mondo non conta – no a Conte minestra riscaldata, che alla Nazionale voltò le spalle per il Chelsea, sì a Luciano Spalletti. Ma dopo lo scudetto vinto a Napoli e la clamorosa separazione bisogna parlarne con De Laurentiis e sai quanti ostacoli? Auguri alla Nazionale allora, la squadra di tutti e di nessuno…
Roberto Mancini vi saluta tanto e augura buon Ferragosto a tutti. La bufera nel cuore dell’estate ci coglie in costume da bagno, gli zoccoli ai piedi e le ciambelle dei ragazzini
Qui si fa la Juve, o si muore…
Sul mercato di Juve e Inter e sull’affare Vlahovic – Lukaku (possibile scambio col Chelsea) si è parlato talmente tanto che ogni parola aggiunta finisce nel vento. Sono pi