L’amarissima primavera del calcio italiano. La Nazionale prende due schiaffi dalla Spagna in Nations League e va ad aggiungersi al triste elenco di quelli che hanno mancato l’occasione. Tre club sconfitti nelle tre finali delle Coppe, l’Under 20 fermata sul più bello nel Mondiale e adesso la Nazionale di Mancini col suo malinconico Bonucci. Cannavaro spietatamente lo aveva anticipato: “Bonucci ha già smesso, ma non lo ha ancora capito”. E forse qualche domanda dovrebbe farsela pure Mancini: è ancora l’uomo giusto al posto giusto?
Tanti saluti anche da Mancini & C, nemmeno la Nations League ci tocca. Due schiaffi dalla Spagna e amen. E già che ci siamo facciamo cinque: tre club e due nazionali. E’ la
Attenzione, è stato rimesso Rudi Garcia al centro del villaggio. Finalmente il casting napoletano dei 40 allenatori è terminato. Eliminati in 39 alla fine resta il francese simpatico e un po’ spaccone Rudi Garcia, detto anche Capitan Fracassa. Sull’ex allenatore della Roma cade la scelta di Aurelio De Laurentiis che decide di affidare a lui la panchina del dopo Spalletti. Che invece lo sostituì quando Garcia fu esonerato dalla Roma. Il titolo in Francia col Lille, due secondi posti con la Roma sempre dietro la Juventus, e poi esperienze varie in Francia e anche in Arabia Saudita con l’Al Nassr. Ma nemmeno Ronaldo gli è servito a combinare granché… Ora, come chiede De Laurentiis, non gli resta che vincere scudetto e Champions League!
Giovedì 15 giugno 2024 Caro, vecchio Rudi, guarda chi si rivede. Alla fine il casting ha detto Rudi Garcia, di 40 allenatori candidati al dopo Spalletti resta il francese simpat
Berlusconi, il calcio e l’origine della grande illusione
Per uno che vince la Coppa Campioni, anzi ne vince addirittura cinque, tanto da autocelebrarsi a lungo come presidente più vincente della storia del calcio, sarà uno scherzo non
Asciugati le lacrime Claudio e goditi l’applauso di tutto il calcio. Un grande bentornato a Claudio Ranieri, 71 anni, allenatore che ci ha abituato a grandi imprese umane e tecniche. Non solo il Leicester, per lui l’impresa oggi è aver riportato clamorosamente in Serie A il Cagliari dopo averlo preso al 14° posto in Serie B, sei mesi fa. Nello spareggio promozione col Bari Ranieri gioca la carta disperata di Pavoletti negli ultimi minuti e quando tutto sembrava ormai scritto con lo stadio San Nicola che stava già festeggiando ecco che l’attaccante segna il gol che rovescia un destino ormai già scritto: il Cagliari in Serie A, il Bari di De Laurentiis resta in Serie B. Per Ranieri il Cagliari è una questione di cuore, in Sardegna cominciò la sua carriera di allenatore sempre in giro per l’Europa. “Avrei vissuto come una sconfitta personale non riuscire a riportare il Cagliari in A, E comunque io da grande voglio fare l’allenatore”.
L’immagine più bella, ma anche curiosa, è quella mano fuori campo che entra nell’inquadratura e si appoggia sulla testa di Claudio Ranieri in lacrime. Lo accarezza più volte
Il miracolo non c’è stato: l’Inter piange, è il trionfo di Pep Guardiola. Terza sconfitta per le tre italiane arrivate nelle finali di tutte e tre le Coppe. Grandi complimenti da tutti e manco un trofeo. La Champions League va allo straricco Manchester City degli sceicchi, che con Guardiola hanno costruito un superclub internazionale: bastano un gol di Rodri e qualche parata del portiere. L’oosessione è finita: Guardiola torna sul trono d’Europa dai tempi del Barcellona, e dopo 12 anni si toglie di dosso il marchio di aver vinto le precedenti Champions solo perché c’era Messi. Come da pronostico l’Inter deve accontentarsi di essere arrivata in finale. Anche perché Lautaro e Lukaku sbagliano oggettivamente tutto il possibile. E adesso il rimpianto per Inzaghi è forse non aver rovesciato il suo piano strategico: partire con Lukaku e mettere Dzeko al suo posto, dopo. Ma col senno di poi siamo tutti campioni. Ci resta quello che dice il grande Velasco: “Chi vince festeggia e chi perde spiega”. Facciamocene una ragione e chiudiamola qui.
Facciamo finta di essere sportivi e i rimpianti lasciamoli per ultimi. Anzi, facciamo finta di non averne. Complimenti a Pep Guardiola, clone di Einstein nell’universo del pa
Ci siamo, Manchester City-Inter è la grande notte della Champions League. Guardiola cerca l’affermazione personale per togliersi di dosso il marchio delle grandi vittorie internazionali ottenute per merito di Messi & C al Barcellona (ormai 11 anni fa). L’Inter è arrivata sorpresa fino a Istanbul. Tutto dice City, ma non per Guardiola che anzi non asseconda i pronostici e smonta il proprio mito. “Ho avuto Messi in passato e Haaland adesso, questo è il motivo del mio successo. Non è mai esistito un allenatore che abbia fatto un gol”.
“Ho avuto Messi in passato e Haaland adesso, questo è il motivo del mio successo. Non c’è mai stato un allenatore che ha segnato un gol”. Il gioco di Pep Guardiola, non que
Allarme, qui tira una brutta aria. Dopo la Roma anche la Fiorentina fa un buco nell’acqua nella finale della Conference League vinta dal West Ham. Di tre italiane nelle finali delle Coppe due sono state fatte fuori. Per la Fiorentina anche l’amarezza di due finali perse in appena due settimane: la Coppa Italia se l’è presa l’Inter e la Conference il West Ham appunto. Al bravo Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina (fino alla partita di Praga…), si può dire soltanto: fare cinque minuti di catenaccio per arrivare ai supplementari non è una bestemmia e non significa l’abiura dei sacramenti del calcio spettacolo. La sua destinazione è il Napoli, a patto che De Laurentiis accetti di prendersi un generale quantomeno sfortunato. Possiamo anche chiedercelo apertamente e senza giri di parole: è Italiano l’allenatore giusto per il dopo Spalletti e il Napoli campione d’Italia? Morale della favola: non ci resta che l’Inter…
Due. Due squadre italiane, Roma e Fiorentina, che fanno un buco nell’acqua nel momento topico della stagione. E due finali perse in due settimane dalla Fiorentina. Le disgrazie v
Il caso Juventus non finisce mai, torna a galla l’imbarazzante e pericolosa questione Superlega, fallita sul nascere ma ancora bollente sotto la cenere. Stavolta per cercare di sbarazzarsene definitivamente il prima possibile, visto che l’Uefa non ha dimenticato e tiene la Juventus nel mirino a causa della vicenda plusvalenze e manovre stipendi. Fatti già sanzionati sportivamente in Italia con la penalizzazione e una semplice multa, ma non in Europa. La Juventus ha scritto una lettera a Real Madrid e Barcellona per iniziare le manovre di uscita da quell’operazione architettata due anni fa da Andrea Agnelli. E’ un chiaro segnale di distensione all’Uefa per evitare il peggio e la vendetta di Ceferin. Ma soprattutto per cominciare a ricostruire il futuro.
Una lettera per chiudere la storia della Superlega. Un passo indietro non ancora ufficiale quello della Juventus, ma quasi. In ogni caso la comunicazione a Real Madrid e Barcello
Il campionato è chiuso ma continua quello dei clamorosi addii. Il Milan e Maldini alla rottura: il big boss Cardinale non perdona a Maldini gli acquisti sbagliati, da Origi a De Ketelaere, e Maldini voleva da Cardinale più soldi e più autonomia. No, non si poteva proprio fare, incompatibilità totale, il manager ed ex gloria rossonera costretto a sgombrare l’ufficio. Insomma nel Milan campione d’Italia un anno fa, classificatosi quarto ma solo perché la Juve è stata penalizzata di 10 punti, finisce a pesci in faccia. E pertanto la storia della Dinasty Maldini col Milan si chiude clamorosamente qui. Gli americani non è che stiano a perdere troppo tempo con la storia e le questioni di cuore e di affetto. Dunque bye bye Paolino, è stato tutto molto bello.
Saluti illustrissimi. Qui si va di corsa, pure troppo. Spalletti ha anticipato tutti ufficializzando il divorzio dal Napoli prima ancora che il campionato dello scudetto si chiudes
Il campionato è finito, facciamoci qualche domanda. Non proprio accomodante…
1 Visto che nessuno lo aveva previsto – nemmeno Spalletti e De Laurentiis – lo scudetto del Napoli è un miracolo? 2 Se si può vincere facendo partire Koulibaly, Insig