Cosa succederà alla Juventus ora che la sua stagione è ufficialmente chiusa per il secondo anno a “zero tituli”? E cosa succederà o cosa bisognerà fare di Massimiliano Allegri? L’allenatore bianconero non è certamente l’unico responsabile, ma di questa Juventus è senz’altro il pilastro fondamentale, il simbolo, l’unico totem rimasto in piedi. Allegri rappresenta un modo di fare calcio bocciato dalla stessa filosofia bianconera. Se l’unica cosa che conta è vincere, come ci si comporta quando si perde? Chiuso nel suo modo di fare calcio, timbrato a vita dai suoi slogan- “il corto muso”, “per lo spettacolo andate al circo” – molto difficilmente Allegri può essere l’uomo giusto per distruggere questo stesso modello e rifondarlo da capo. E dunque è facile tirare le conclusioni.
Non so se sia possibile parlare della Juventus senza passare dall’imbuto della sentenza che pende sul suo capo, l’incombente penalizzazione, addirittura in doppia tranche visto
Il risveglio del calcio italiano: tre nostri club nelle tre finali delle tre Coppe Europee. Dopo l’Inter in Champions League contro il Manchester City, la Roma di Mourinho va in finale di Europa League contro il Siviglia, e la Fiorentina di Italiano in quella di Conference League contro il West Ham. Resta fuori soltanto la Juventus, sconfitta dal Siviglia e ormai rassegnata a chiudere qui la sua stagione con nessun trofeo conquistato. Adesso bisogna raccogliere il più possibile, perché come dice quel gran leader di Mourinho: “Le finali non si giocano, si vincono”
Quasi da non credere. Tre italiane nelle tre finali delle tre Coppe europee. Dopo l’Inter in Champions League, ecco la Roma di Mourinho nella finale di Europa League contro il Si
Siamo in sospeso: possiamo qualificare quattro squadre nelle finali delle tre Coppe Europee e vincerle addirittura tutte e tre. Oppure potremmo mandarne una sola in Champions League (Inter o Milan) e non vincerne nessuna. In mezzo ci passa il mare. La serata di Europa e Conference League non è stata granché esaltante, anzi. Una vittoria della Roma, un pareggio della Juve e una sconfitta della Fiorentina. Roma e Juventus attaccate non a due superstar, ma a due calciatori italiani. Mourinho ringrazia il giovane Bove su cui ha puntato tanto negli ultimi mesi, e Allegri il solito Gatti che già aveva risolto la partita con lo Sporting. Morale della favola, vedete di farvelo bastare…
Siamo qui sospesi. Potremmo piazzare, come calcio italiano, una sola squadra nelle finali delle Coppe, e il bilancio sarebbe negativo, o potremmo davvero mandarcene addirittura qua
Abbiamo il verdetto: il primo derby milanese di Champions League è bauscia, l’Inter rifila un destro-sinistro al volto del Milan e la partita si chiude subito lì. La squadra di Inzaghi la risolve in una decina di minuti appena con i gol di Dzeko e Mkhitaryan. Se il Real Madrid la sera prima ci aveva fatto vedere tutto il talento del giovane Vinicius, l’Inter ci ha fatto dimostrato che anche l’esperienza e la forza dei grandi giocatori, proprio perché anziani, è fondamentale. Insomma due giovanotti di 37 e di 34 anni hanno portato l’Inter a un passo dalla finale di Istanbul. Attenzione adesso però a non andare troppo in là con le supposizioni e con i castelli in aria. Ma intanto un grande omaggio a Simone Inzaghi che avevamo già dato per morto e sepolto possiamo farlo, anzi, a questo punto, è proprio doveroso.
Troppo scontato, quasi da non crederci. Che l’Inter avesse recuperato gol, punti, credito, fiducia, un allenatore quasi esonerato e rimesso in panchina per mancanza dei tempi tec
Il Real di Ancelotti o il City di Guardiola? Dopo l’1-1 caratterizzato dai gol di Vinicius e di De Bruyne, è tutto rinviato al match di ritorno. Ancelotti, il re di Champions, è abbastanza preoccupato: prima o poi Guardiola tornerà a vincere la Coppa no? E intanto Carletto tifa apertamente Milan. Ovviamente.
Per scegliere tra Real Madrid e Manchester City si ricorre più alla simpatia e agli affetti personali che alla valutazione tecnica vera e propria. Il Real ha più blasone, ha la s
Il caso Juventus allunga la classifica, se è vero che il club bianconero rischia di essere nuovamente penalizzato per l’inchiesta plusvalenze, anche il quinto posto diventa fondamentale nella corsa alla Champions League. Resta il rebus però dell’ “afflittività” dell’eventuale penalizzazione, e la posizione dell’Uefa sull’esclusione dei bianconeri dalle Coppe. E’ una partita fuori campo che vale da sola 60 milioni di euro.
Credo che non sia mai stato così importante il quinto posto in campionato. Nel senso che la Juve così come è rientrata tra le prime quattro – anzi al momento è addirittur
A Bergamo, durante Atalanta-Juventus l’ennesimo caso di razzismo delle curve . Vlahovic bersagliato con insulti e cori: “Sei uno zingaro!”, l’arbitro Doveri ferma la gara due volte. L’attaccante della Juventus, visibilmente turbato, si agita in campo e chiede lo stop, poi dopo il gol nei minuti di recupero ha un’umana e comprensibile reazione verso il pubblico che lo ha offeso. Ma arbitro e compagni devono fermarlo perché non venga espulso. Fin qui è più o meno lo stesso schema del “caso Lukaku” con la curva juventina che rivolse buu di scherno all’attaccante dell’Inter. Ma il problema, ancora una volta, è chi ipocritcamente nega l’evidenza dei fatti e accampa scuse che non reggono. Come l’allenatore dell’Atalanta Gasperini: “Non è razzismo sono insulti personali che sono ugualmente gravi. Io sono contro il razzismo, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio”. Insomma il razzismo c’è ed è odioso, ma non è mai il mio… I negazionisti del razzismo nel calcio hanno ormai una loro malandata attrezzatura filosofica, che richiama tanto l’ottusità no vax.
A Bergamo fischi e cori razzisti a Vlahovic. Non è nemmeno la prima volta, purtroppo, per il calciatore della Juve, ma cosa c’è di nuovo? C’è di nuovo che abbiamo so