La scomparsa di Lukaku sta diventando sempre più imbarazzante per l’Inter. Il gigante troppo buono, acciaccato e in crisi, seminascosto in tribuna a San Siro durante la partita di Coppa Italia contro il Parma. Mentre in campo a 45 anni Buffon si dava un gran da fare, rispondendo ai fischi e gli insulti dello stadio parando tutto il possibile, si poteva toccare da vicino la crisi del grande centravanti protagonista dell’Inter scudetto di Antonio Conte. Infortuni, ricadute e soprattutto la miseria di due gol segnati finora. Pagato come una superstar, Lukaku fa disperare il povero Inzaghi e oggi viene dopo Dzeko, Lautaro, Correa etc: insomma il pacco è pronto per essere restituito al Chelsea. E poi si dovrà andare a caccia di un altro centravanti…
C’è un mito di 45 anni in campo e un ex centravanti di 29 in tribuna. Inter-Parma, ottavo di Coppa Italia, è un gioco di telecamere che passano da Gigi Buffon nella porta del
L’autostrada A1 bloccata dagli ultras della Napoli e della Roma, scatenati in una spettacolare e allucinante guerriglia sulle corsie della principale arteria italiana. Non diamo agli ultras alcuna patente di ideologia o peggio ancora filosofia, la loro è solo una pratica criminale che va stroncata con tutte le forze. Ma la lotta alla violenza ultras è di fatto, da anni, una battaglia perduta. Controllano gli stadi e non solo, si sono infiltrati nel calcio, avvelenandolo per i propri sporchi interessi. Una pandemia con cui ci stiamo passivamente adattando a convivere. Purtroppo…
Eviterei di usare il termine “ideologia”. Almeno in certi casi. L’ideologia presuppone una filosofia, un complesso di idee, degli ideali, un sistema concettuale e interpretat
A dolore si aggiunge altro dolore. Purtroppo anche Gianluca Vialli non c’è più, un tumore al pancreas se lo è portato via a Londra a soli 58 anni. E’ successo incredibilmente pochi giorni dopo i funerali a Roma di Sinisa Mihajlovic, stroncato da una leucemia a 53 anni. Di Vialli ci restano le immagini dei suoi gol, la straordinaria avventura scudetto con la Sampdoria di Vujadin Boskov, la simpatia e la spensieratezza dell’esperienza con la popolarissima Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini, la sua bellissima amicizia di una vita col compagno di squadra e ct azzurro Roberto Mancini. Una valanga di gol e una sintonia perfetta in campo e fuori, di loro due si ricorda soprattutto quel meraviglioso abbraccio dell’11 luglio 2021 a Wembley, quando l’Italia vinse l’Europeo con Mancini ct e Vialli capodelegazione azzurro. E’ terribile, Roberto Mancini ha visto morire nel giro di pochi giorni i migliori amici che abbia avuto nel calcio. Paolo Rossi, Bellugi, Garella, Mihajlovic, Vialli e troppi altri: resta sullo sfondo l’angoscia e la paura per quanto sta succedendo nel calcio: esiste un filo che unisce tutte queste morti premature? Cercare di sapere, una volta che il dolore sarà attenuato. Se mai sarà possibile…
Londra: oggi, venerdì 6 gennaio 2023, giorno della Befana. Quasi fosse uno scherzo, una beffa di quelle come sarebbero piaciute a lui, ma purtroppo non lo è. Stavolta l’add
Sorpresa, il Napoli battuto a San Siro, lo scudetto non sarà più una passeggiata per Spalletti & C. Abbiamo scoperto, dopo 52 giorni, che il campionato non è chiuso e che lo scudetto Milan, Inter e Juventus non lo cederanno troppo facilmente al Napoli. La svolta del campionato è una gran capocciata del vecchio, micidiale Edin Dzeko a tagliare da 8 a 5 punti il vantaggio del Napoli (sul Milan), che non è tornato invece la macchina vincente e inarrestabile del campionato pre mondiale. Nessuno ha fatto grandissime partite, tutte le vittorie sono state sofferte o comunque risicate nel risultato. Particolarmente quella della Juventus, in piena bufera societaria e giudiziaria, salvata da una punizione di Milik ai minuti di recupero. Insomma lo scudetto è riaperto perché mancano ancora 22 giornate e perché il campionato, nonostante il lungo oblio mondiale, tutto sommato non ha ancora un encefalogramma piatto…
SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 16 Mercoledì 4 gennaio 2023 Salernitana – Milan 1-2 (10′ Leao M, 15′ Tonali M, 83′ Bonazzoli S) Sassuolo – Sampdoria 1-
Il ritorno del campionato dopo 52 giorni significa passare all’improvviso da Argentina-Francia, una delle più belle partite della storia del calcio, a uno spettacolo minore. Il campionato oggi soffre tremendamente il confronto, non si può passare così a freddo da Messi e Mbappé a “signore e signori, ecco a voi Sassuolo – Sampdoria”. Non è solo un problema di interpreti, è anche come ci viene servita oggi la Serie A, sfarinata, spezzettata in un palinsesto in cui poi alla fine finisci per buttar via la gran parte di ciò che viene servito. Il Mondiale che spezza la Serie A alla fine è una trappola, non c’è lo spazio e il tempo per allontanarlo e dimenticarlo. Io aspetto solo Inter-Napoli, vorrei sapere se la squadra di Spalletti e Kvaratskhelia il campionato lo ha già chiuso o meno, ho ammirazione per Giroud, ho una gran curiosità della sorte che tocca alla Juve, vorrei sapere se Mourinho riuscirà a evitare l’etichetta di essere un “sola” e poco altro. Per il resto non ci resta che “far finta di essere sani”
Far finta di essere sani. Sinceramente, dopo 52 giorni senza la Serie A e riempiti per la massima parte dal Mondiale in Qatar, non ho tutta questa ansia di ripresa del campionato,
Addio a Pelé, il Brasile e il calcio in lutto. Dopo Maradona, in due anni, se ne è andato un altro grandissimo: noi che vivemmo in diretta tv la notte della finale di Mexico ’70 ce lo ricordiamo benissimo… Vinse tre volte il campionato del mondo, ha segnato più di mille gol, non venne mai a giocare in Europa. Poverissimo, faceva il lustrascarpe per sopravvivere, divenne ben presto l’icona del Brasile e del football. E’ stato più grande lui o è stato più grande Maradona? Il tempo e l’epoca della comunicazione cambiano la percezione, il Sudamerica allora era molto più lontano e sulla tv a colori Pelé ci arrivò solo nella seconda metà degli anni 70. Maradona e Messi hanno vissuto epoche diverse, chi sia stato il più grande alla fine non è così importante: dobbiamo solo ringraziare di averli potuti vivere entrambi. Ed è stata una gioia infinita.
Addio Pelé, il primo ad averci fatto capire che i brasiliani sostituiscono un nome lungo e complicato con un soprannome più breve, in questo caso Edson Arantes do Nascimento R
La Juve e il calcio adesso tremano per davvero. Macchina indietro, alt all’operazione “tarallucci e vino” il calcio costretto clamorosamente a smentirsi e riaprire “l’inchiesta plusvalenze” che lo scorso anno terminò con un nulla di fatto e assoluzioni per tutti. Spinta dall’incalzare dell’ Inchiesta Prisma della Procura di Torino la Procura Sportiva ha chiesto la revoca delle assoluzioni e la possibilità di riaprire il caso. Del resto non si può chiudere gli occhi di fronte a quanto sta succedendo: l’esplosione della Juve con le dimissioni di Agnelli e dell’intero CdA, il sistema inquinato degli affari di calciomercato intrecciati con moltissimi altri club, i bilanci nel mirino della Consob e dei revisori stessi. Ora tutto può succedere e il finale di questa stagione, e anche della prossima, può essere sconvolto. Insomma per completare l’inquietante quadro ci sarebbe mancato solo il ritorno in scena di Luciano Moggi, 16 anni dopo Calciopoli. Anzi no, è avvenuto pure questo…
Martedì 27 dicembre 2022 Gli ultimi atti della vecchia Juve e il ritorno in scena di Luciano Moggi Che il rosso di bilancio fosse di 238 milioni lo sapevamo, che alla Juventus fos
L’Argentina Campione del Mondo, Leo Messi come Maradona. A 36 anni da Mexico ’86 la nazionale albiceleste torna a vincere trascinata dal suo straordinario numero 10 che finalmente può sedere accanto a Diego. Battuta in una finale straordinaria – forse addirittura la più bella della storia dei Mondiali – la Francia di Kylian Mbappé che con tre gol non riesce a conquistare il suo secondo Mondiale consecutivo. Messi finalmente corona il traguardo di una vita, dopo tutto quello che aveva vinto (4 Champions League e 7 Palloni d’Oro) gli avevano sempre rimproverato di non essere riuscito a fare con l’Argentina quello che aveva fatto col Barcellona. Beh, adesso c’è riuscito. Ed è ora il più grande di sempre? La classifica dei più grandi non è solo questione di numeri e di vittorie, è questione anche di passione, gioia e felicità. Pertanto tra Messi e Maradona ognuno si scelga il suo Personal Jesus…
Se un destino esiste, ebbene lo straordinario pomeriggio di domenica 18 dicembre 2022 a Doha in Qatar, è corso a pareggiare i conti. Lionel Messi, il magico Harry Potter del calci
Aveva un bellissimo sorriso, era un guerriero, ma non eterno. Sinisa Mihajlovic se ne è andato a soli 53 anni, dopo aver lottato per ben tre anni contro la leucemia. E’ stato un grande calciatore, un centrocampista forte, potente, un leader, famosissimo per le sue punizioni bomba: alla Mihajlovic appunto. Personaggio discusso, esuberante, sempre protagonista. Da allenatore gli piacevano le citazioni di Kennedy e dei grandi della storia. Ha combattuto la malattia con tutto il suo carattere, si è suddiviso, finché ha potuto, tra le cure e il suo Bologna. Fino a quando non è arrivata la resa.
Sinisa Mihajlovic aveva appena 53 anni. Ha tentato in tutti i modi di rimanere attaccato alla vita e al calcio – la sua vita appunto – ma non ci è riuscito. La leucemi