Un classico, la clamorosa eliminazione del Napoli dalla Coppa Italia ad opera della Cremonese (40 punti in meno in classifica…) è un monito contro la presunzione e la superbia di tutti coloro che sono impegnati nell’impresa scudetto. Il Napoli adesso sa che non è un interruttore che si accende o si spegne con un clic e che la differenza in campo non la fanno solo la tecnica e la tattica, ma soprattutto l’aspetto mentale. Insomma, una lezione per tutti, da Meret a Osimhen, per finire all’allenatore stesso. Il massimo e il minimo nel giro di pochi giorni, il Napoli è passato dal clamoroso 5-1 alla Juventus, all’altrettanto clamoroso ko dell’eliminazione ai rigori da parte dell’ultima in classifica. Non risulta però che Ballardini, alla fine, abbia inseguito platealmente Spalletti per stringergli la mano…
L’ovvio. Tra il Napoli e la Cremonese ci sono 40 punti di differenza in classifica. Ed è stato questo probabilmente il problema della clamorosa eliminazione ai rigori della squa
Mamma, che notte incredibile: Napoli stellare e Juventus umiliata al Maradona. Osimhen, Kvaratskhelia, Rrahmani, Osimhen, Elmas: quella del Napoli non è stata una sequenza di gol, ma una raffica di cazzotti in faccia a un pugile suonato. La tanto superdecantata difesa bianconera, arrivata a Napoli dopo 8 partite vinte senza prendere gol, letteralmente demolita dalla ferocia del gioco e dalla aggressività degli attaccanti napoletani. Victor Osimhen su tutti, un trascinatore scatenato, sia palla a terra che nei colpi di testa: sembrava Michael Jordan in sospensione aerea. La partita degli allenatori toscani fumantini stravinta dal gioco più brillante di Spalletti, il difensivista Allegri costretto a leccarsi le ferite e lasciare ormai la strada libera all’altro. Era una notte particolare, molto più di una partita tra due grandi squadre, era la notte in cui il Napoli voleva dimostrare a tutti di poter vincere lo scudetto, distruggendo una rivale storica. E spedendola a -10 in classifica. Un match epocale, praticamente una nemesi….
SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 18 Venerdì 13 gennaio 2023 Napoli-Juventus 5-1 (14′ Osimhen N, 39′ Kvaratskhelia N, 42′ Di Maria J, 55′ Rrahmani N, 65′
Se mai ce ne fosse ancora bisogno di conferma, si è capito che l’80% delle sorti della Roma è nei piedi e nelle invenzioni di Paolino Dybala, “il Messi de noantri”. Campione del Mondo, ma solo una comparsa nell’Argentina interamente occupata dal genio del più grande di tutti, ai Mondiali in Qatar più che segnare il suo rigore nella serie della finalissima contro la Francia non ha potuto fare. Viceversa nella Roma Dybala è sempre più influente e decisivo, si direbbe addirittura indispensabile: con lui la Roma vince, senza di lui la sofferenza nel gioco e nei risultati è ben più alta. E’ per questo che Mourinho, il cui contributo a livello di gioco della Roma è praticamente inesistente, se lo coccola non solo come campione, ma anche come amuleto. E anzi di Dybala ne vorrebbe molti di più…
Il campione del mondo Paulo Dybala non è Messi, ma per la Roma, oggi, è come se lo fosse. Se vuoi vincere la partita col Genoa e passare il turno di Coppa Italia non bastano gl
Ciao, ciao Milan. La Coppa Italia è una brutta bestia, se la vinci è un merito, ma in tutti gli altri casi è una grana e basta. Come quella di farsi eliminare a San Siro da un Torino ridotto pure in dieci. Il Milan non riesce a far gol e in più gli tocca subirne uno dal giovane francese Michel Adopo, che fa scatenare all’improvviso critiche e accuse. L’eliminazione fa scopa col 2-2 contro la Roma, con la squadra di Mourinho che ha rimontato due gol nel finale, col Napoli che si è allontanato di nuovo e la Juventus che ha agganciato i rossoneri. Da De Ketelaere all’età dei suoi vegliardi attaccanti per Pioli e i suoi campioni d’Italia potrebbe essere finita la lunga luna di miele…
La Coppa Italia è quel torneo che conta solo se lo vinci. E anche quando lo vinci – dipende da quale squadra sei… – vale se lo metti in abbinamento ad altro. Che so,
La scomparsa di Lukaku sta diventando sempre più imbarazzante per l’Inter. Il gigante troppo buono, acciaccato e in crisi, seminascosto in tribuna a San Siro durante la partita di Coppa Italia contro il Parma. Mentre in campo a 45 anni Buffon si dava un gran da fare, rispondendo ai fischi e gli insulti dello stadio parando tutto il possibile, si poteva toccare da vicino la crisi del grande centravanti protagonista dell’Inter scudetto di Antonio Conte. Infortuni, ricadute e soprattutto la miseria di due gol segnati finora. Pagato come una superstar, Lukaku fa disperare il povero Inzaghi e oggi viene dopo Dzeko, Lautaro, Correa etc: insomma il pacco è pronto per essere restituito al Chelsea. E poi si dovrà andare a caccia di un altro centravanti…
C’è un mito di 45 anni in campo e un ex centravanti di 29 in tribuna. Inter-Parma, ottavo di Coppa Italia, è un gioco di telecamere che passano da Gigi Buffon nella porta del
L’autostrada A1 bloccata dagli ultras della Napoli e della Roma, scatenati in una spettacolare e allucinante guerriglia sulle corsie della principale arteria italiana. Non diamo agli ultras alcuna patente di ideologia o peggio ancora filosofia, la loro è solo una pratica criminale che va stroncata con tutte le forze. Ma la lotta alla violenza ultras è di fatto, da anni, una battaglia perduta. Controllano gli stadi e non solo, si sono infiltrati nel calcio, avvelenandolo per i propri sporchi interessi. Una pandemia con cui ci stiamo passivamente adattando a convivere. Purtroppo…
Eviterei di usare il termine “ideologia”. Almeno in certi casi. L’ideologia presuppone una filosofia, un complesso di idee, degli ideali, un sistema concettuale e interpretat
A dolore si aggiunge altro dolore. Purtroppo anche Gianluca Vialli non c’è più, un tumore al pancreas se lo è portato via a Londra a soli 58 anni. E’ successo incredibilmente pochi giorni dopo i funerali a Roma di Sinisa Mihajlovic, stroncato da una leucemia a 53 anni. Di Vialli ci restano le immagini dei suoi gol, la straordinaria avventura scudetto con la Sampdoria di Vujadin Boskov, la simpatia e la spensieratezza dell’esperienza con la popolarissima Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini, la sua bellissima amicizia di una vita col compagno di squadra e ct azzurro Roberto Mancini. Una valanga di gol e una sintonia perfetta in campo e fuori, di loro due si ricorda soprattutto quel meraviglioso abbraccio dell’11 luglio 2021 a Wembley, quando l’Italia vinse l’Europeo con Mancini ct e Vialli capodelegazione azzurro. E’ terribile, Roberto Mancini ha visto morire nel giro di pochi giorni i migliori amici che abbia avuto nel calcio. Paolo Rossi, Bellugi, Garella, Mihajlovic, Vialli e troppi altri: resta sullo sfondo l’angoscia e la paura per quanto sta succedendo nel calcio: esiste un filo che unisce tutte queste morti premature? Cercare di sapere, una volta che il dolore sarà attenuato. Se mai sarà possibile…
Londra: oggi, venerdì 6 gennaio 2023, giorno della Befana. Quasi fosse uno scherzo, una beffa di quelle come sarebbero piaciute a lui, ma purtroppo non lo è. Stavolta l’add
Sorpresa, il Napoli battuto a San Siro, lo scudetto non sarà più una passeggiata per Spalletti & C. Abbiamo scoperto, dopo 52 giorni, che il campionato non è chiuso e che lo scudetto Milan, Inter e Juventus non lo cederanno troppo facilmente al Napoli. La svolta del campionato è una gran capocciata del vecchio, micidiale Edin Dzeko a tagliare da 8 a 5 punti il vantaggio del Napoli (sul Milan), che non è tornato invece la macchina vincente e inarrestabile del campionato pre mondiale. Nessuno ha fatto grandissime partite, tutte le vittorie sono state sofferte o comunque risicate nel risultato. Particolarmente quella della Juventus, in piena bufera societaria e giudiziaria, salvata da una punizione di Milik ai minuti di recupero. Insomma lo scudetto è riaperto perché mancano ancora 22 giornate e perché il campionato, nonostante il lungo oblio mondiale, tutto sommato non ha ancora un encefalogramma piatto…
SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 16 Mercoledì 4 gennaio 2023 Salernitana – Milan 1-2 (10′ Leao M, 15′ Tonali M, 83′ Bonazzoli S) Sassuolo – Sampdoria 1-