Allegri e Sarri sono due costanti più costanti delle discussioni sui rigori non dati e sul Var di cui ormai siamo al settimo campionato e ancora non ne abbiamo compreso e accettato l’applicazione. Al di là dei gol di Vlahovic di Allegri ai più non piace il gioco e non si accetta in genere la gestione della Juventus con i suoi metodi un po’ spicci. A Sarri si riconosce una grande competenza ma non si capiscono certi suoi assolutismo, tipo gli schemi di gioco ripetitivi e i tempi biblici per inserire i nuovi giocatori. Insomma un mancato pragmatismo che poi costringe anche a partire con due sconfitte consecutive e rischiare di essere a -9 dalla prima dopo appena tre giornate. A cosa serve a quel punto fare tutto secondo schema? Considerato che Allegri allena in Serie A dal 2008 e Sarri dal 2014 ma con una esperienza lunghissima nelle serie inferiori, è chiaro che certi discorsi diventano acqua pestata nel mortaio. Questi sono, prendere o lasciare…
Al di là dei ritrovati gol di Vlahovic, dei rigori non dati – in particolare quello negato al Bologna contro la Juve – e delle classiche polemiche sul Var cui non potr
Mancini cambia Nazionale così come cambia cravatta (da azzurra a verde), l’Arabia Saudita lo annuncia come nuovo ct in uno spot che evoca la vittoria dell’Europeo, e nasconde, ovviamente, la mancata qualificazione ai Mondiali. In appena due settimane il clamoroso salto della quaglia, il benservito ferragostano all’Italia e la firma per l’Arabia Saudita il cui flirt ha tentato grottescamente di nascondere dietro incomprensioni, tensioni col presidente Figc Gravina, divergenze sullo staff e vis così. La verità è che è solo una banale, ma peantissima, storia di soldi. Tanti, tantissimi: per lui e per il suo clan di amici… Mancini però ha mal calcolato un dettaglio, questa storia lo segnerà per sempre. Per tutti sarà sempre il mercenario, che non si è dimesso quando è stato sbattuto fuori dai Mondiali dalla Macedonia del Nord, ma lo ha fatto non appena ha sentito il profumo dei petrodollari….
Cambiare nazionale, così come si cambia cravatta. Un verde fluorescente scelto fra mille altre direttamente dalla sua cabina armadio. Roberto Mancini si è presentato così ai su
Addio Carlo Mazzone, è stato un’ icona del calcio anni 80 e 90. Campione del calcio di provincia, protagonista con le sue uscite da trastereverino verace. E’ l’allenatore con il record di partite in Serie A, passato alla storia per la sua corsa furiosa sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta. Lanciò Totti nel firmamento del calcio, a Brescia mise insieme Guardiola, Pirlo e Baggio. E’ stato il primo, straordinario influencer del calcio.
Quella foto davanti agli occhi: stadio Rigamonti, Brescia-Atalanta, la corsa di Carletto Mazzone sotto la curva dei tifosi bergamaschi. Ho sempre sostenuto che quella sia un’oper
Attenzione al richiamo delle sirene di Conte. Quello su di lui è un investimento ad altissimo rischio. Super Antonio ha sempre promozionato se stesso come allenatore che garantisce le vittorie, anche se costa parecchio di ingaggio e di investimenti sulla squadra. Col Tottenham il flop è stato totale, Antonio non ha vinto e al club sono rimasti sul groppone i 220 milioni di sterline di investimenti sulla squadra. Insomma un contratto da 17 milioni di euro netti all’anno, a chi conviene se non a lui? Dunque che ci sia la fila per prenderselo a quelle cifre è assai improbabile. Certo poi l’allocco che abbocca da qualche parte si trova sempre…
La notizia non è che Antonio Conte ha rotto e ha lasciato il Tottenham. La notizia è che Antonio Conte non ha vinto nulla. Vediamo. Nessuno regge Antonio Conte ormai per più di
Aveva un bellissimo sorriso, era un guerriero, ma non eterno. Sinisa Mihajlovic se ne è andato a soli 53 anni, dopo aver lottato per ben tre anni contro la leucemia. E’ stato un grande calciatore, un centrocampista forte, potente, un leader, famosissimo per le sue punizioni bomba: alla Mihajlovic appunto. Personaggio discusso, esuberante, sempre protagonista. Da allenatore gli piacevano le citazioni di Kennedy e dei grandi della storia. Ha combattuto la malattia con tutto il suo carattere, si è suddiviso, finché ha potuto, tra le cure e il suo Bologna. Fino a quando non è arrivata la resa.
Sinisa Mihajlovic aveva appena 53 anni. Ha tentato in tutti i modi di rimanere attaccato alla vita e al calcio – la sua vita appunto – ma non ci è riuscito. La leucemi
Antonio Conte è in difficoltà con il Tottenham, “non sono abituato a battermi a questi livelli”. Cristiano Ronaldo invece non fa gol con il Manchester United e ha un pessimo rapporto con Ralf Rangnick, insomma se la passa male e a fine stagione potrebbe ancora cambiare aria. All’Inter e alla Juventus Conte e Ronaldo sembravano indispensabili, gli unici capaci di portare i due club ai traguardi prefissati. Ma le cose nel calcio cambiano rapidamente e oggi nessuno all’Inter vorrebbe lasciare Inzaghi per tornare a Conte, oppure alla Juve fare a cambio tra Vlahovic e Ronaldo. Insomma, se ne sono andati? Peggio per loro…
Non so se qualcuno stia cinicamente godendo per i problemi che Antonio Conte e Cristiano Ronaldo stanno affrontando in Premier League. Antonio Conte col Tottenham è ottavo in clas
Ci siamo, la stagione è nelle mani di Luciano Spalletti, uno degli allenatori italiani più validi e apprezzati ma che ancora non è riuscito a vincere quanto merita. A Napoli ha ricostruito gioco e squadra e ora deve solo prendere il volo. Dice che “lo scudetto è una figata!”. Preda del personaggio, indugia in una filosofia leggera e spicciola cercando di camuffare il suo vero io fumantino e attaccabrighe. Si tratta solo di riuscire finalmente a vincere prima che il suo io più profondo salti fuori a rovinare tutto…
Lo Spallettismo – non può ancora parlarsi di Spallettesimo non avendo il nostro aperto un’epoca di trionfi e di vittorie – è la terza via. Intesa come strada che no