Il ritorno del campionato dopo 52 giorni significa passare all’improvviso da Argentina-Francia, una delle più belle partite della storia del calcio, a uno spettacolo minore. Il campionato oggi soffre tremendamente il confronto, non si può passare così a freddo da Messi e Mbappé a “signore e signori, ecco a voi Sassuolo – Sampdoria”. Non è solo un problema di interpreti, è anche come ci viene servita oggi la Serie A, sfarinata, spezzettata in un palinsesto in cui poi alla fine finisci per buttar via la gran parte di ciò che viene servito. Il Mondiale che spezza la Serie A alla fine è una trappola, non c’è lo spazio e il tempo per allontanarlo e dimenticarlo. Io aspetto solo Inter-Napoli, vorrei sapere se la squadra di Spalletti e Kvaratskhelia il campionato lo ha già chiuso o meno, ho ammirazione per Giroud, ho una gran curiosità della sorte che tocca alla Juve, vorrei sapere se Mourinho riuscirà a evitare l’etichetta di essere un “sola” e poco altro. Per il resto non ci resta che “far finta di essere sani”
Far finta di essere sani. Sinceramente, dopo 52 giorni senza la Serie A e riempiti per la massima parte dal Mondiale in Qatar, non ho tutta questa ansia di ripresa del campionato,
La Juve e il calcio adesso tremano per davvero. Macchina indietro, alt all’operazione “tarallucci e vino” il calcio costretto clamorosamente a smentirsi e riaprire “l’inchiesta plusvalenze” che lo scorso anno terminò con un nulla di fatto e assoluzioni per tutti. Spinta dall’incalzare dell’ Inchiesta Prisma della Procura di Torino la Procura Sportiva ha chiesto la revoca delle assoluzioni e la possibilità di riaprire il caso. Del resto non si può chiudere gli occhi di fronte a quanto sta succedendo: l’esplosione della Juve con le dimissioni di Agnelli e dell’intero CdA, il sistema inquinato degli affari di calciomercato intrecciati con moltissimi altri club, i bilanci nel mirino della Consob e dei revisori stessi. Ora tutto può succedere e il finale di questa stagione, e anche della prossima, può essere sconvolto. Insomma per completare l’inquietante quadro ci sarebbe mancato solo il ritorno in scena di Luciano Moggi, 16 anni dopo Calciopoli. Anzi no, è avvenuto pure questo…
Martedì 27 dicembre 2022 Gli ultimi atti della vecchia Juve e il ritorno in scena di Luciano Moggi Che il rosso di bilancio fosse di 238 milioni lo sapevamo, che alla Juventus fos
L’Inchiesta Prisma sulla Juventus può avere effetti clamorosi, 16 anni dopo Calciopoli il futuro del club bianconero ritorna in discussione. La richiesta di rinvio a giudizio per Agnelli e 12 dirigenti bianconeri può travolgere società e squadra. Ma una cosa è la storia e un altra il racconto che si sta facendo. Sta emergendo sempre di più la figura di Fabio Paratici, il ds che prese il posto del dimissionato Marotta dopo l’arrivo di Ronaldo, come “uomo nero” dello scandalo. Tutto converge su di lui, particolarmente le intercettazioni diffuse che lo dipingono non solo come un dirigente estremamente disinvolto e disposto a tutto ma come presunto colpevole n.1. Ma è realmente così? Se davvero si è messo illegalmente mano ai bilanci, nascondendo certe operazioni o camuffandole, può essere che questa sia tutta farina del sacco di Paratici, per altro ormai fuori dalla Juve da un anno e mezzo? Insomma Paratici è l’ideatore o l’esecutore del piani della Juventus messi sotto inchiesta dalla Procura di Torino? Attenzione perché non ci vuole niente a fargli fare da capro espiatorio e scaricare tutto il barile dello scandalo addosso a lui…
L’ascesa di Paratici Va bene, abbiamo capito. E’ tutta colpa di Fabio Paratici, piacentino cinquantenne, ex calciatore di modestissima carriera, ma manager brillante (si di
Clamoroso al J Stadium! E’ la fine di un’epoca, alla Juventus si dimette l’intero CdA e si arrende anche il presidente Andrea Agnelli, che abbandona ufficialmente dopo 12 anni la guida del club di famiglia. Già a gennaio 2023 la Juventus avrà un nuovo presidente (il commercialista Gabriele Ferrero) e un intero nuovo management. Il clamoroso ribaltone arriva per esigenze di difesa di fronte all’Inchiesta Prisma della Procura di Torino che accusa il club di plusvalenze fittizie e manovre sul monte stipendi per modificare artificiosamente il bilancio. Stupisce come 16 anni dopo Calciopoli un altro evento giudiziario sconvolga la vita del club e stupisce come determinati eventi – l’affare Ronaldo e le dimissioni di Marotta, la Superlega, il declino dei risultati e la voragine di 254 milioni nel bilancio – abbiano in fin dei conti un filo logico che gli inquirenti stanno seguendo e che tiene unito tutto quanto in un unico quadro. Arriva un certo punto in cui i protagonisti sotto accusa, presi anche da un certo delirio di onnipotenza, perdono il doveroso autocontrollo. E sbagliano. Non resta ora che chiedersi: la famiglia Agnelli manterrà la proprietà della Juventus che guida ormai da 100 anni, oppure cederà, come tante altre squadre, il prestigioso club a qualche multinazionale?
Fino all’ora di cena era stato un tranquillo lunedì di ordinaria amministrazione e di lontani mondiali in tv. La cui eco fa solo da sottofondo, ma di fatto distrae l’atten