Il calcio del sessismo e del patriarcato. Un caso di revenge porn alla Roma in cui a pagare è la donna vittima, licenziata per incompatibilità mentre il calciatore viene salvato. Portanova continua a giocare nella Reggiana nonostante una condanna a 6 anni per stupro in primo grado: secondo la giustizia sportiva non ci può essere una radiazione prima di una sentenza penale definitiva. Che arriverà chissà tra quanto. L’ipocrisia è quella del calciatore-assett che va comunque tutelato, mentre per la donna abusata basta agitare un ramo di mimosa l’8 marzo
IL CALCIO DEL SESSISMO E DEL PATRIARCATO Un caso di revenge porn e un caso di stupro, il calcio incontra la cronaca giudiziaria dei reati più odiosi perpetrati contro il corpo del
Straordinario Sinner, l’Italia torna a vincere la Coppa Davis 47 anni dopo il Cile con Panatta & C.
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Il Milan rischia di vincere ma poi anche di perdere: Pioli salvato dal Var a Lecce. La Juventus di Allegri è così dipendente dalla difesa, che anche il compito di far gol ora spetta ai difensori, fanno tutto loro. Insomma una Juve più difensivista che mai. Ma il caso del giorno è il Var: cosa succede se si scopre che anche la moviola in campo soffre della famigerata sudditanza psicologica di tanti fa? – IL PODCAST
Ascolta “Var Invasion, Lecce-Milan e la sudditanza psicologica della moviola in campo (13-11-2023)” su Spreaker. Sempre più nel segno di Inter e Juventus, che hanno co
E’ il mercato delle grandi “supercazzole” modello Giuntoli, ma c’è un problema oggi si vedono solo gli affari, le plusvalenze, la speculazione. Napoli a parte, che gli tocca per il semplice motivo che è campione, chi è che tra Lazio, Inter, Milan, Roma, Juventus etc alza il braccio per dire apertamente “voglio vincere lo scudetto”? Mi sa che qui scappano tutti…
Kim, Tonali, Brozovic, Lukaku e chissà quanti altri. Credo che oltre la corsa a vendersi, possibilmente cari, pure i pali delle porte, il calciomercato trascuri un dettaglio fonda
L’amarissima primavera del calcio italiano. La Nazionale prende due schiaffi dalla Spagna in Nations League e va ad aggiungersi al triste elenco di quelli che hanno mancato l’occasione. Tre club sconfitti nelle tre finali delle Coppe, l’Under 20 fermata sul più bello nel Mondiale e adesso la Nazionale di Mancini col suo malinconico Bonucci. Cannavaro spietatamente lo aveva anticipato: “Bonucci ha già smesso, ma non lo ha ancora capito”. E forse qualche domanda dovrebbe farsela pure Mancini: è ancora l’uomo giusto al posto giusto?
Tanti saluti anche da Mancini & C, nemmeno la Nations League ci tocca. Due schiaffi dalla Spagna e amen. E già che ci siamo facciamo cinque: tre club e due nazionali. E’ la
Asciugati le lacrime Claudio e goditi l’applauso di tutto il calcio. Un grande bentornato a Claudio Ranieri, 71 anni, allenatore che ci ha abituato a grandi imprese umane e tecniche. Non solo il Leicester, per lui l’impresa oggi è aver riportato clamorosamente in Serie A il Cagliari dopo averlo preso al 14° posto in Serie B, sei mesi fa. Nello spareggio promozione col Bari Ranieri gioca la carta disperata di Pavoletti negli ultimi minuti e quando tutto sembrava ormai scritto con lo stadio San Nicola che stava già festeggiando ecco che l’attaccante segna il gol che rovescia un destino ormai già scritto: il Cagliari in Serie A, il Bari di De Laurentiis resta in Serie B. Per Ranieri il Cagliari è una questione di cuore, in Sardegna cominciò la sua carriera di allenatore sempre in giro per l’Europa. “Avrei vissuto come una sconfitta personale non riuscire a riportare il Cagliari in A, E comunque io da grande voglio fare l’allenatore”.
L’immagine più bella, ma anche curiosa, è quella mano fuori campo che entra nell’inquadratura e si appoggia sulla testa di Claudio Ranieri in lacrime. Lo accarezza più volte
Da Budapest a Brescia, violenza, razzismo, intolleranza, ultras che spadroneggiano. L’arbitro Taylor della finale di Europa League tra Roma e Siviglia aggredito all’aeroporto. A Brescia l’invasione di campo e l’esplosione di violenza dopo la retrocessione del club in serie C. Il calcio sta facendo orrenda mostra del peggio di se stesso, ma non sono solo segnali questi, è l’ennesima dimostrazione di una realtà ormai consolidata, deviata e seriamente inquinata. Bisogna imporre una maggiore responsabilità ai protagonisti dello spettacolo calcio, Mourinho che parla in quella maniera così intollerante e volgare dell’arbitro fino ad aspettarlo nel garage dello stadio per insultarlo faccia a faccia non è accettabile. Eppure continua a farlo da anni, anzi da sempre, da che fa l’allenatore: non sono certo le squalifiche da due o tre giornate a fermarlo. Il Milan che va a farsi processare sotto la curva degli ultras, fino a legittimare il loro giudizio e soprattutto il loro potere, è inconcepibile. Eppure non è successo niente. Le curve ormai usano il razzismo e gli insulti razzisti come arma di aggressione. E al centro di tutto c’è sempre la figura dell’ultrà ormai inteso come l’unico vero sacerdote e custode del calcio, l’unico tifoso davvero necessario e indispensabile al pallone. Ma non è così: certe frange ultras, ammesse e tollerate dagli ultras in genere, sono solo una parte, proterva e intollerante, che ha rubato il calcio a tutti noi.
Non possiamo nemmeno chiamarli preoccupanti segnali dal mondo del pallone. Non sono segnali, ma una realtà vera, concreta, oppressiva, preoccupante, deviata e seriamente inquinata
CHAMPIONS LEAGUE, Leao riporta il Milan agli antichi splendori e lo trascina in semifinale dopo 16 anni di attesa. Non è stata una sorpresa, nelle ultime tre partite il Milan di Pioli non ha mai subìto il Napoli e anzi ha sempre comandato la partita. In meno di un mese si sono sovvertiti i valori: il Napoli non è più irresistibile, Kvaratskhelia non è all’altezza di Leao. Che invece somiglia a Gullit o Donadoni… Non più tardi di tre giorni prima Pioli si prendeva una raffica di maledizioni per aver esagerato col turn over, pareggiato la partita col Bologna, messa a rischio la qualificazione alla prossima Champions League. Oggi è un grande comandante: il Milan aspetta l’Inter nel derby di semifinale e può addirittura sognare in grande. Spalletti lamenta un rigore evidente non dato su Lozano, e si dichiara “inconsolabile”. Lo scudetto rimarginerà una ferita che ora però dà molto dolore.
Il Milan in semifinale di Champions League dopo 16 anni – ultima volta contro il Manchester United nel 2007, nell’edizione della Champions poi vinta contro il Liverpool
Violenza e prepotenza, noi e la legge degli ultras: ricordare senza mai cambiare nulla
Il degrado del tifo presuppone una civiltà del tifo che si slabbra, si rovina, si deturpa e si inquina con comportamenti variamente incivili: dal razzismo alla prepotenza, alla vi