Non lo scopriamo certo oggi Lautaro Martinez con i suoi 4 gol alla Salernitana, dopo essere entrato al 55° della partita. Però dobbiamo ammettere, non lo abbiamo mai considerato un super campione. Perché non è un personaggio, perché non ride mai, perché per tutta la settimana è un normalissimo impiegato dell’Inter per poi trasformarsi però in partita. Dell’Inter ormai è diventato il trascinatore a suon di gol. Ha vinto il Mondiale certo, ma anche lì non era stato tra i protagonisti. La partenza di Lukaku lo ha tolto definitivamente dal cono d’ombra. E pensare che questa estate avrebbe potuto andarsene in Arabia Saudita a guadagnare l’impossibile (240 milioni), ma ha preferito restare all’Inter perché vuole vincere in Europa, tenersi stretta comunque l’Argentina, ed è ancora troppo giovane (26 anni) per pensare solo ai soldi.
Lautaro è un campione, ma ammettiamo di aver faticato a riconoscergli la qualifica. Non ci abbiamo mai investito, considerandolo un attaccante appena poco sopra l’ordinario. Non
Chiudiamo le prime due notti di Champions League con una sola vittoria dei 4 club italiani. Il Napoli vince su autogol a Braga, strappando una tregua e allontanando per un po’ tutte le polemiche e le tensioni intorno a Garcia. Per fortuna trova un Osimhen nello schieramento avversario. L’Inter fa una gran fatica e ringrazia Lautaro per il pareggio in casa della Real Sociedad. L’Inter migliore e più divertente è rimasta chiusa a San Siro la notte del derby. Aggiungiamoci il Milan che non va oltre lo 0-0 e la Lazio che pareggia solo per il miracolo del gol in extremis del portiere. Se è vero che siamo i principi del calcio speculativo e opportunistico, come sostiene da una vita Arrigo Sacchi prima da allenatore e oggi come coscienza critica del calcio italiano, speriamo almeno che la formula della prossima Champions League, con una classifica unica per le 36 squadre partecipanti, impedisca le speculazioni e gli opportunismi che minano gioco e spettacolo alla base.
L’unica vittoria italiana nella prime due serate di Champions League arriva su autogol e premia il Napoli che di quel goffo intervento del difensore del Braga aveva fortis
Dopo sole tre giornate Milano è al comando e quando il campionato tornerà dopo la sosta ci sarà subito il derby di San Siro. L’Inter risponde al Milan con una goleada alla Fiorentina: Thuram, doppietta di Lautaro e Calhanogliu. Lasciati sul mercato Lukaku e Dzeko, Lautaro è diventato ancora di più il leader e il trascinatore in campo della squadra di Inzaghi. Squadre fortemente rivoluzionate che volano: se il nuovo Milan, tra entrate e uscite, è costato 45 milioni, l’Inter addirittura sul mercato ne ha guadagnati 68. Insomma, vendendo si vola… – ⚽ – Fermi tutti, non è vero che il Napoli rifarà il bis del campionato dello scorso anno. Nel momento in cui si cominciava a pensare che la squadra scudetto fosse rimasta intatta nel fisico e nel pensiero, ecco che l’ex beniamino del San Paolo Maurizio Sarri con la sua Lazio rifila due schiaffoni al Napoli. Luis Alberto straordinario scuote la Lazio dal letargo delle prime due partite buttate via. Arrivati alla sosta insomma, non è tutto così scontato – ⚽ – Da Loftus Cheek a Pulisic, la rivoluzione rossonera funziona. Il Milan è a punteggio pieno, Pioli va a gonfie vele. La Roma è ancora ferma ai box e Lukaku non basta. A Mourinho non resta che prendersela ancora una volta con gli arbitri, ma intanto finisce sotto processo….
Domenica 3 settembre 2023 In appena tre giornate il campionato ha mandato Milano in orbita. Ora si va alla sosta della Nazionale e poi riprenderemo subito col derby di San Siro, ch
Mentre la Roma chiude il clamoroso colpo dell’estate con Dan Friedkin che pilota l’areo che riporta Romelu Lukaku in Italia, ma all’ombra del Cuppolone e non del Duomo, l’Inter dimostra che di Big Rom si può fare a meno. E senza nemmeno fare follie sul mercato ma adattando a Lautaro nuovi compagni di reparto – tipo Marcus Thuram o Arnautovic – per cui non sono state fatte spese proibitive. Come invece Lukaku richiede. Insomma siamo al culmine del paradosso: l’Inter esulta a punteggio pieno in testa alla classifica, fregandosene del “tradimento” di Lukaku. I romanisti si esaltano e corrono a salutare il nuovo centravantone sceso alla corte di Mourinho e sperano che scuota la Roma dal suo torpore. Chi avrà avuto ragione delle due?
Mentre la Roma chiude il clamoroso colpo dell’estate con Dan Friedkin che pilota l’areo che riporta Romelu Lukaku in Italia, ma all’ombra del Cuppolone e non del
La Serie A ricomincia con le doppiette di Osimhen e di Lautaro, due campioni che, volendo, avrebbero potuto andare a guadagnare cifre da sogno nel campionato saudita. Ma hanno preferito restare in Italia e continuare a giocare col Napoli e con l’Inter. Insomma per fortuna non ci sono solo i soldi nella scelta di un campione, è importante anche stare dentro il football che conta di più, che ha i trofei più grandi e che segnano la vita di un calciatore. E soprattutto che ti permette di crescere, di migliorare, di diventare ancora più grande, cosa che nel campionato saudita non sarebbe probabilmente possibile. Insomma fare due gol al Frosinone e due al Monza ha ancora un senso…
Le due doppiette che Osimhen ha fatto al Frosinone e Lautaro al Monza hanno un significato che va ben al di là del peso specifico in senso stretto relativo alla prima giornata del
Qui si fa la Juve, o si muore…
Sul mercato di Juve e Inter e sull’affare Vlahovic – Lukaku (possibile scambio col Chelsea) si è parlato talmente tanto che ogni parola aggiunta finisce nel vento. Sono pi
E’ il mercato delle grandi “supercazzole” modello Giuntoli, ma c’è un problema oggi si vedono solo gli affari, le plusvalenze, la speculazione. Napoli a parte, che gli tocca per il semplice motivo che è campione, chi è che tra Lazio, Inter, Milan, Roma, Juventus etc alza il braccio per dire apertamente “voglio vincere lo scudetto”? Mi sa che qui scappano tutti…
Kim, Tonali, Brozovic, Lukaku e chissà quanti altri. Credo che oltre la corsa a vendersi, possibilmente cari, pure i pali delle porte, il calciomercato trascuri un dettaglio fonda
Il miracolo non c’è stato: l’Inter piange, è il trionfo di Pep Guardiola. Terza sconfitta per le tre italiane arrivate nelle finali di tutte e tre le Coppe. Grandi complimenti da tutti e manco un trofeo. La Champions League va allo straricco Manchester City degli sceicchi, che con Guardiola hanno costruito un superclub internazionale: bastano un gol di Rodri e qualche parata del portiere. L’oosessione è finita: Guardiola torna sul trono d’Europa dai tempi del Barcellona, e dopo 12 anni si toglie di dosso il marchio di aver vinto le precedenti Champions solo perché c’era Messi. Come da pronostico l’Inter deve accontentarsi di essere arrivata in finale. Anche perché Lautaro e Lukaku sbagliano oggettivamente tutto il possibile. E adesso il rimpianto per Inzaghi è forse non aver rovesciato il suo piano strategico: partire con Lukaku e mettere Dzeko al suo posto, dopo. Ma col senno di poi siamo tutti campioni. Ci resta quello che dice il grande Velasco: “Chi vince festeggia e chi perde spiega”. Facciamocene una ragione e chiudiamola qui.
Facciamo finta di essere sportivi e i rimpianti lasciamoli per ultimi. Anzi, facciamo finta di non averne. Complimenti a Pep Guardiola, clone di Einstein nell’universo del pa
Ci siamo, Manchester City-Inter è la grande notte della Champions League. Guardiola cerca l’affermazione personale per togliersi di dosso il marchio delle grandi vittorie internazionali ottenute per merito di Messi & C al Barcellona (ormai 11 anni fa). L’Inter è arrivata sorpresa fino a Istanbul. Tutto dice City, ma non per Guardiola che anzi non asseconda i pronostici e smonta il proprio mito. “Ho avuto Messi in passato e Haaland adesso, questo è il motivo del mio successo. Non è mai esistito un allenatore che abbia fatto un gol”.
“Ho avuto Messi in passato e Haaland adesso, questo è il motivo del mio successo. Non c’è mai stato un allenatore che ha segnato un gol”. Il gioco di Pep Guardiola, non que
Il campionato è finito, facciamoci qualche domanda. Non proprio accomodante…
1 Visto che nessuno lo aveva previsto – nemmeno Spalletti e De Laurentiis – lo scudetto del Napoli è un miracolo? 2 Se si può vincere facendo partire Koulibaly, Insig