Il populista Salvini spara a zero sulla Federcalcio e sul presidente Gravina come rappresentante massimo dell’intero movimento. La strategia di Salvini è semplice, cavalcare l’onda. Il problema è che Matteo gioca facilmente in contropiede su un campo che gli altri gli lasciano incredibilmente libero e non occupano anche per opportunità politica. Ma se ti fai eliminare dal Mondiale per la seconda volta consecutiva, se il calcio italiano ormai è una voragine di conti in rosso, se le plusvalenze sono un gioco delle tre carte che la giustizia sportiva aveva archiviato, se un ct ti pianta così su due piedi senza nemmeno avvertirti, se nemmeno delle scommesse in cui sono coinvolti importanti giocatori dalle parti della Federcalcio non sapevano niente, se per organizzare un Europeo devi dividerlo a metà con la Turchia perché sugli stadi siamo a punto a capo, se l’organizzazione dei campionati è sempre la stessa e non hai diminuito il numero dei club di uno solo, se nel calcio si parla solo dei “soldi dei diritti tv” e mai dei “diritti degli utenti”, non c’è trionfo di Wembley che ti salvi (l’ultima volta ce le hanno date…) è evidente che il problema del presidente della Figc esiste. Il problema è lasciare che a sottolineare il problema ci sia il furbo populista Salvini. Certo poi qui sono tutti Gattopardi, tutto cambia perché nulla cambi. Comunque tranquilli, tanto Gravina, classica espressione del sistema calcio come tanti altri in passato, sarà sostituito, come in garanzia, da uno identico. Nemmeno ce ne accorgeremo…
Matteo Salvini non è un politico tradizionale, è un furbo di tre cotte e un formidabile, scafatissimo populista. Dalle tasse (mai diminuite), alle pensioni e all’età pensionab