L’Inter vuole a tutti i costi lo scudetto da Inzaghi e per questo lo scarica addosso alla Juventus
Lo scaricabarile. L’Inter sente più pressione delle altre in fatto di scudetto, probabilmente perché è la squadra più forte e attrezzata, perché il gioco delle parti le impo
E’ il mercato delle grandi “supercazzole” modello Giuntoli, ma c’è un problema oggi si vedono solo gli affari, le plusvalenze, la speculazione. Napoli a parte, che gli tocca per il semplice motivo che è campione, chi è che tra Lazio, Inter, Milan, Roma, Juventus etc alza il braccio per dire apertamente “voglio vincere lo scudetto”? Mi sa che qui scappano tutti…
Kim, Tonali, Brozovic, Lukaku e chissà quanti altri. Credo che oltre la corsa a vendersi, possibilmente cari, pure i pali delle porte, il calciomercato trascuri un dettaglio fonda
Milano vince il suo 30° scudetto del basket dopo un play off contro Bologna, arrivato fino alla settima partita. Una supersfida testa testa tra due superbig del basket, per un finale di stagione molto spettacolare. Quasi tutti gli sport di squadra si affidano ai play off per assegnare il titolo, tranne il calcio fedele alla sua tradizione. Voi cosa direste se anche la Serie A introducesse questa novità? La considerereste un’offesa alla storia del football o un salto avanti nel futuro?
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Peccato, ma prima che uno scudetto storico venga sommerso da fango e veleni è meglio chiuderla subito qui questa storia di convivenza coatta tra Spalletti, il Napoli e De Laurentiis. E’ stato bellissimo, meraviglioso, ma basta, risparmiateci i piatti in faccia e la “Guerra dei Roses”. In fin dei conti tra l’Inter e Conte, due anni fa, andò nella stessa identica maniera. Due galli nel medesimo pollaio sono troppi e il pollaio appartiene a De Laurentiis, che non vuol concedere all’allenatore fette di potere o farsi dire come gestire la società, la squadra e soprattutto come spendere i propri soldi. Qui comando io, è il messaggio di De Laurentiis: non voglio tarpare le ali a nessuno, se non va bene quella è la porta. La sintomatologia della malattia del resto è chiarissima, Spalletti ha già ricominciato a parlare per complicate e incomprensibili allocuzioni che non promettono nulla di buono. “Per il mio futuro non mi servono le ali ma un paio di stivali”, “bisogna andare sempre dentro lo scorrimento delle siruazioni…”. Dunque inutile aspettare che l’incendio divampi incontrollato, meglio separarsi consensualmente. Sorprendente? No, stupidi noi a credere che nel calcio esistessero ancora le favole. “Maronn ‘ro Carmin”! L’unica preoccupazione di De Laurentiis oggi è che Spalletti non finisca, prima o poi, alla Juventus…
Se alla Juve l’allenatore rischia di restare anche quando non si vince nulla, al Napoli l’allenatore se ne va dopo uno scudetto che ha fatto il giro del mondo. No, siam
E’ fatta, a 33 anni da Maradona, il Napoli vince il terzo scudetto della sua storia. Lo fa con ben cinque giornate d’anticipo sulla fine del campionato, dimostrazione di un dominio schiacciante. E’ lo scudetto di De Laurentiis e di Spalletti, di Osimhen e di Karavtskhelia, del capitano Di Lorenzo e del grande regista dietro le quinte Cristiano Giuntoli, il mago del calciomercato. Uno scudetto costruito con pazienza negli anni, tenendo testa ai grandi club del Nord. Spalletti, che finalmente riesce a vincere a 64 anni uno scudetto che avrebbe meritato anche molto prima, ha plasmato e reso irresistibile una squadra nuova, derivata dalla progressiva liquidazione della precedente. Nessuno poteva immaginare che dopo l’addio a Insigne, Mertens e Koulibaly si potesse arrivare immediatamente allo scudetto. Ma è successo. Pensavamo tutti a Milan, Inter, Juventus: che invece si sono piegate subito al nuovo padrone del calcio. Non è un miracolo, Napoli ha vinto in un football ormai preda dei mostri dei colossi finanziari, e lo ha fatto impegnandosi in un calcio sostenibile. Tutti il popolo azzurro in strada, Napoli ringrazia e il Vesuvio erutta non fuoco ma felicità. Ma soprattutto nessuno ha un Santo Protettore come Maradona che ti sorveglia e ti guida dall’alto.
Il gol della storia lo segna, come ti potevi sbagliare, Victor Osimhen – lui, l’uomo mascherato del Napoli – al 52′ di Udinese-Napoli. Sono le 21.56 di giov
Il campionato occupa militarmente anche le nostre vacanze, non siamo ancora a metà agosto e già la Serie A 2022-2023 sconvolge i nostri programmi, i viaggi e il tradizionale pranzo di Ferragosto in canottiera con i parenti. Sarà la stagione più stramba della storia (fatta eccezione di quella interrotta per la pandemia di Covid 19), ma l’anomalia può stravolgere ulteriormente i pronostici e magari favorire la conquista dello scudetto da parte della quarta squadra diversa dopo Juventus, Inter e Milan che hanno vinto gli ultimi tre… Parte una stagione con un calciomercato clamoroso (anche e soprattutto in fase di vendita…) che ha scombussolato parecchio le squadre e portato la Roma di Mourinho addirittura a livello di quelle che lottano per lo scudetto. Sarà la solita stagione di calcio polverizzato, un’overdose di partite che occupa tutti gli spazi possibili, con la TV sempre a comandare a bacchetta un popolo di presidenti e dirigenti globalmente mediocri e incapaci di sviluppare altri modelli di crescita. Per fortuna la gente sta tornando negli stadi, perché ha capito che il calcio vero è quello lì. Tante cose che piacciono e tante che non piacciono a ognuno di noi: comunque sia, buon campionato a tutti…
Ci siamo: mi piace e non mi piace… NON MI PIACE cominciare prima di Ferragosto. In genere non mi piacciono le giornate di campionato in agosto, figuriamoci a Ferragosto e prima
La Roma di Mourinho corre per lo scudetto. Non è un pronostico, una valutazione o un giudizio: è una notizia, un dato di fatto. Non si mettono a disposizione di uno dei migliori allenatori al mondo, dopo aver già speso e investito molto lo scorso anno, Dybala, Belotti, Matic, Wijnaldum e compagnia per una crescita lenta e programmata. Si vuole tutto e subito Si prescinde dalle considerazioni sui parametri zero e sulle opportunità sfruttate sul mercato, la Roma dei Friedkin oggi è un nuovo centro gravitazionale del calcio italiano: attira giocatori e interesse. Comunque vada a finire, la Roma americana firmata Dybala & C, ha già rotto le uova nel paniere a Milan, Inter e Juventus.
La Roma ha rotto le uova nel paniere alle big del calcio italiano: non si mette a disposizione di Mourinho, con un forte esborso di cassa che comunque, parametri zero o meno, riman
Il Milan passa di nuovo di proprietà per 1,3 miliardi di euro: da Elliott a RedBird dell’italo americano Gerry Cardinale. E’ il terzo passaggio di proprietà da quando Berlusconi lo lasciò nel 2017. E stavolta passa da un “fondo” americano a un altro. Il club è ormai diventato fonte di speculazione massima, i nuovi proprietari richiamano molto il famoso “Gordon Gekko” di “Wall Street” il film di Oliver Stone del 1987. Elliott sulla vendita ha lucrato 4 volte la cifra iniziale investita e ora i nuovi proprietari spereranno di fare altrettanto. Forse per Maldini e Pioli non cambierà molto, ma ormai il calcio è solo un matrimonio esclusivamente d’interesse…
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